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La risposta dei donatori, in occasione del Natale, è sempre puntuale e generosa. Domenica 21 dicembre ha funzionato tutto a puntino. Nessun nervosismo per lunghe ed estenuanti attese, finite a volte anche senza nulla di fatto. “Si va a casa”, si diceva ai volontari, “perché manca questo o manca quell’altro”. La rabbia e la delusione erano più che giustificate. Il Centro Trasfusionale ha inviato un’equipe medica, lettini e tutto il resto più che sufficienti ad assolvere gli impegni del giorno. Intorno alle ore 11 era pressoché tutto finito. 126 persone sono state visitate mano a mano che arrivavano. Gli idonei, come si liberava un lettino, prendevano subito posto, assistiti dai dottori nell’operazione del prelievo. In 105 hanno dato il loro sangue sempre con generosità, gioia e amore. La donazione non è mai una passione, né un calvario, ma una festa.

Si è consapevoli, infatti, di compiere un atto altamente positivo, quello di contribuire a salvare una vita, una persona come noi anche se sconosciuta.

Questo evento è andato a gonfie vele. Lo spirito del Natale, ancora una volta, ha vinto l’indifferenza e il menefreghismo. Quando si fa del bene si è più felici. Il mondo riesce a migliorare solo se si agisce con solidarietà e con cuore sincero. Gesù lo ha dimostrato, nascendo povero, ma donando tutto se stesso agli uomini.

Si teme per il futuro della DO.SA.VO. ed altre Associazioni di donatori. Troppe leggi contro. Coloro che le emettono non hanno di certo interesse per la nostra salute, ma puntano su altri obbiettivi diversi da quelli di chi soffre e di chi spera in mondo a misura d’uomo.

Regione Lazio, svegliati. E’ già troppo tardi.

Pino Pompilio

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