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“Nel romanzo ‘Un ragazzo normale’ racconto una Napoli grigia”

Venerdì pomeriggio, 30 marzo, in pieno fermento per l’attesa pasquale, la Libreria Mondadori di Velletri ha ospitato l’ultimo evento di un mese di marzo davvero intenso e ricco di tematiche ed autori. È arrivato questa volta a Velletri Lorenzo Marone, scrittore partenopeo classe 1974, per presentare il suo ultimo libro Un ragazzo normale, edito da Feltrinelli. Ad intervistare Marone, come sempre, Ezio Tamilia, in un viaggio assieme al numeroso pubblico in una Napoli che non è di certo la più poetica.

“Ho voluto raccontare la Napoli grigia, che pure c’è e spesso non viene presa in considerazione in letteratura”, ha precisato Marone, presentando il personaggio di Mimì, un ragazzo appassionato di fumetti e abitante del Vomero in un palazzo dove suo padre fa il portiere. “E’ un romanzo scritto nelle strade dove anche io ho vissuto – ha svelato l’autore – anche se Mimì è molto diverso da me. Sicuramente la fissa per i fumetti è qualcosa che abbiamo in comune, ma caratterialmente ho immaginato un giovane molto diverso rispetto a me”. Mimì è amico di Sasà, uno scugnizzo, e prova un forte sentimento per viola.

Proprio l’amicizia e l’adolescenza sono due aspetti che Marone ha voluto mettere in risalto nel testo: “Mi piace ricostruire il periodo adolescenziale, con l’ingenuità ma anche la sincerità di quegli anni così belli e incompresi della vita umana. L’amore di Mimì per Viola è proprio questo, così come è tipico di un adolescente ricercare un supereroe, un modello”. In questo caso, però, il supereroe è una persona realmente esistita: Giancarlo Siani, un uomo rimasto nel cuore dei napoletani, la cui storia è una ferita aperta nella comunità partenopea. Mimì trova in Giancarlo il suo mito, perché con un taccuino e una penna spaventa, cerca di salvare la sua città dalla malavita. “Forse oggi i più giovani – ha detto Marone – faticano a ricordare chi sia Siani, ma per la generazione del sottoscritto e per le precedenti è un personaggio capitale. Vittima della camorra, in quegli articoli, purtroppo pochi, aveva dato un messaggio di professionalità e di speranza nella denuncia. Spero che Giancarlo venga ricordato e conosciuto da tanti, se non altro perché ha dato la vita”.

La Napoli grigia, allora, si presta bene alla letteratura e Un ragazzo normale spazia tra le radici biografiche di Marone e la storia di una città bella e dannata. Con uno stile sobrio, rispondendo in maniera netta e pertinente alle puntuali domande rivolte, Marone con il suo accento marcatamente meridionale ha conquistato il pubblico veliterno lasciandogli l’interrogativo su cosa sia la normalità di fronte alla data che cambia tutto, allo stravolgimento della vita di Mimì, alla morte del supereroe (il 1985 è l’anno in cui tutto muta). Il microcosmo del Vomero dopo l’omicidio di Siani diventa stretto a Mimì, che quindi si trova gioco forza portato a crescere, a maturare, a valutare il valore delle azioni – che restano – e dei sentimenti, che hanno troppa importanza per arrendersi alla leggerezza.

Lorenzo Marone, al suo quinto romanzo, è un ex avvocato: una professione, quella abbandonata dallo scrittore, che non lo appagava e che poco lo ispira nelle sue pagine, come confessato in risposta ad una delle numerose domande. Non è escluso che Un ragazzo normale possa diventare un film, intanto il libro e il suo messaggio meritano attenzione: anche se i supereroi non esistono, le persone speciali sono vere e quello che ci hanno insegnato è tutt’altro che aleatorio, come nel caso specifico di Giancarlo Siani. Un incontro molto interessante, che dopo la sosta pasquale aprirà la pista alla programmazione di aprile: si comincia venerdì 6, alle ore 18.30, con Franco Faggiani e La manutenzione dei sensi (Fazi) nella sede di via Pia.

Rocco Della Corte

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