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LA VITTORIA DI PIRRO

Già da qualche anno denunciavamo le vergognose condizioni in cui gli operatori e i medici del servizio di medicina legale e del consultorio del distretto di Palestrina, di stanza presso l’ex ospedale di Zagarolo, erano costretti ad operare con grave disagio per l’utenza e per i cittadini.

Qualche giorno fa questo servizio è stato spostato nella Casa della Salute e qualcuno già gridava alla vittoria assumendo i meriti dell’avvenuto spostamento. Ma quale vittoria?

Seguendo la vicenda da diverso tempo sappiamo che ci sono state moltissime denunce e non solo sul nostro giornale (anche dagli utenti) che sono state bellamente ignorate per anni ed il carattere di urgenza estrema (in meno di 24 ore) ci ha insospettito.

Non ci siamo fermati alle apparenze ma abbiamo indagato ed il risultato è che si è consumata un’ulteriore presa in giro ai pazienti, ai malati e ai lavoratori stessi che hanno dovuto far fronte all’ennesimo disagio e nemmeno annunciato stavolta.

Infatti il trasferimento deciso in quattro e quattr’otto è stato dovuto al fatto che si temeva un imminente sopralluogo dell’A.R.P.A. (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio) nei locali dell’ex ospedale. Già lo scorso anno questo ente aveva intimato alla dirigenza della ASL RM5 di effettuare i lavori di messa a norma dell’impianto elettrico, lavori che, però, non erano mai stati cominciati.

L’anno stava scadendo e niente avrebbe salvato la ASL da una salatissima multa per non aver ottemperato agli obblighi di legge permettendo al personale e all’utenza di insistere in un luogo che non aveva alcuna garanzia di sicurezza. Che fare? Spostare!

Senza considerare cosa avrebbe comportato lo spostamento, sia per gli operatori che per gli utenti, e nel giro di pochissime ore. Ancora oggi il personale di stanza all’ex De Amicis ha difficoltà organizzative dovute al fatto che i servizi sono stati spostati senza uno studio preventivo sull’impatto che si sarebbe prodotto sull’utenza e sull’operatività del personale, lasciando, comunque, tutto l’archivio all’ex ospedale.

La fretta con cui tutto è stato espletato si denota anche dal fatto che all’interno della Casa della Salute i nuovi servizi non sono indicati e gli utenti sono costretti a bussare a casaccio alle porte dove non è prettamente specificato l’uso, per tentare di trovare dove andare per una visita o un certificato.

Si potrebbe dire: “Bene, ora potranno cominciare i lavori di messa a norma dello stabile rimasto vuoto” ma in realtà gli elettricisti che avrebbero dovuto cominciare i lavori, e che avevano portato i loro attrezzi, hanno definitivamente sgomberato ed ora nell’edificio sono rimasti solo gli archivi (immaginiamo già la contentezza degli operatori che ogni giorno dovranno fare avanti e indietro tra un edificio e l’altro alla ricerca delle pratiche) e la mobilia tolta dalla Casa della Salute per far posto al servizio traslocato.

Cosa ne sarà dell’ex ospedale? Al momento la versione ufficiale è che, quando saranno terminati i lavori, di cui ancora non c’è nemmeno l’odore, lo stabile sarà usato ancora dalla ASL RM5, ma il vento sta portando voci di un arrivo di immigrati bisognosi di un rifugio che il Comune gentilmente potrebbe dare loro.

Alla luce di tutto questo, domandiamo ancora: quale vittoria?

Gioia Cafaro

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