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Nella rassegna “Velletrama” spunta Sartre

L’articolata rassegna di teatro amatoriale dedicata alle compagnie veliterne, che prende il nome di “Velletrama”, sta riscuotendo un importante successo di pubblico. Tra le date in calendario, l’ultimo giorno di maggio toccherà alla compagnia Artè calcare il palco del “Tognazzi” con una piece tutt’altro che semplice: A porte chiuse di Sartre. Una sfida impegnativa, che la regista Carla Petrella ha raccontato in una breve intervista.

Carla Petrella, sarete parte di “Velletrama” con “A porte chiuse” di Sartre. Prima di entrare nello specifico dello spettacolo, qual è l’opinione che ti sei fatta seguendo diversi spettacoli della rassegna?
Per noi è stata una bella esperienza. La cosa importante di questa manifestazione, al di là del risultato squisitamente artistico, è il fatto che sia rivolta alle associazioni che lavorano sul territorio e che dia loro un degno spazio. La risposta del pubblico dimostra inoltre che la rassegna suscita interesse e che è sicuramente una proposta vincente. Secondo me il Direttore Artistico del “Tognazzi”, Roberto Becchimanzi, ha fatto un ottimo lavoro dimostrando grande impegno e professionalità e non risparmiando energie. Non lo dico per piaggeria ma perché ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzare il suo lavoro e la sua serietà professionale. Quindi come Associazione Artè siamo ben contenti di partecipare.

Fra le tante proposte, perché proprio Sartre e quest’opera teatrale tra le più complesse, che fu scritta nel 1944?
A Porte chiuse è un’opera che mi gira in testa da diverso tempo e che non avevo mai avuto il coraggio di affrontare perché è, a mio, avviso, un testo di non facile fruizione. Quando il Direttore Becchimanzi mi ha detto che per la rassegna si doveva presentare un lavoro inedito ho colto la palla al balzo e ho deciso di proporre quest’opera. Incrociamo le dita e speriamo di aver fatto un buon lavoro.

Su cosa verte il testo e come lo avete affrontato, a livello artistico, con l’Associazione Artè?
Molte cose sono già note. Si parte dalla frase famosa “L’inferno sono gli altri”. Noi abbiamo sviscerato il testo parola per parola e ci ha appassionato ogni giorno di più. Abbiamo colto cose che sicuramente sfuggono ad una lettura, seppur attenta. Lavorando alla regia e sull’interpretazione il pensiero di Sartre ci diventava sempre più chiaro. L’inferno sono gli altri. Gli altri che ci guardano, che ci considerano, che ci giudicano (e spesso anche al di là delle nostre azioni). Di fatto noi esistiamo proprio in virtù degli altri che ci guardano. Se gli altri decidessero di ignorarci, di dimenticarci, noi non esisteremmo. La nostra condanna e il nostro inferno è proprio questo: sapere che qualunque cosa facciamo, qualunque azione sarà comunque soggetta al giudizio degli altri, che avranno sempre e comunque l’ultima parola. E l’angoscia può nascere al pensiero che il mondo va avanti e andrà avanti, con o senza di noi, e che la sola traccia che rimarrà della nostra vita sarà il ricordo di chi rimane.

In attesa di vedervi sul palco, un primo bilancio per l’Associazione Artè: siete nati da poco e avete messo in campo diverse iniziative. Soddisfatti?
Il bilancio è assolutamente positivo per noi. Siamo nati a dicembre e mi pare che abbiamo già fatto molto. Nel giro di pochi mesi abbiamo realizzato con l’Associazione il piccolo recital “L’anno che verrà” rappresentato a Lariano il 30 dicembre; la commedia “Delitto?” che, così ci sembra, è stata accolta bene ed ha avuto un meritato successo. Poi i Match d’autore fino ad ora ci hanno dimostrato che il lavoro ben fatto alla fine viene premiato. Il pubblico che ci ha seguito ce ne ha dato la riprova. Siamo naturalmente orgogliosi di aver ottenuto, senza chiederla, l’attenzione di un’associazione, la Eidos, che senza neanche conoscerci ha creduto nella nostra serietà e nella qualità dei nostri incontri, tanto da far arrivare da Milano un’opera autentica di Picasso per aggiungere valore alla nostra iniziativa. Siamo stati ospitati sulle pagine di molti giornali, telematici e cartacei… Se tiriamo le somme non possiamo che essere soddisfatti. A breve saremo in scena con A porte chiuse che spero possa essere un’ulteriore prova del nostro impegno e della nostra serietà. Da parte mia e da parte di tutta l’associazione grazie anche a te per tutto il tempo che ci hai dedicato e per la tua infinita pazienza mai ricompensata abbastanza.

Rocco Della Corte

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