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“Hanno deciso di cancellare la nostra Banca. La BCC del Tuscolo sarà fagocitata dalla BCC dei Castelli Romani di Castel Gandolfo. Quindi non una fusione, come era auspicabile, ma una incorporazione che di fatto fa scomparire la nostra gloriosa Cassa Rurale Cattolica di San Miche Arcangelo prima ed attuale BCC del Tuscolo.”

Siamo quasi alla fine del 2016 e la mente di chi,  come me, vive ormai di ricordi va agli originali calendari che venivano commissionati a La Notizia da vari Enti del nostro territorio. Quello che mi sta a cuore è il calendario che preparammo per la BCC del Tuscolo, erede di quella Cassa Rurale ed Artigiana di Rocca Priora che ha fatto la storia del nostro territorio da quasi 100 anni, la Banca che i nostri avi hanno fatto nascere, l’abbiamo sostenuta ed essa ha sostenuto noi e i nostri padri. Era un calendario che ripercorreva, con foto sbiadite e in bianco e nero, 90 anni di storia dell’Istituto nato per aiutare i contadini in crisi.

Una banca che si è affermata nelle nostre comunità attraverso un incessante scambio sinergico che ha prodotto un miglioramento culturale, sociale ed economico complessivo. Le nostre comunità non possono più fare a meno della loro Banca Cooperativa né questa di loro.

Oggi purtroppo le cose sono destinate a cambiare: gli attuali amministratori della Banca Cooperativa del Tuscolo vogliono cedere la “nostra” azienda alla Banca di Credito Cooperativa dei Castelli Romani di Castel Gandolfo cancellando un passato glorioso al quale hanno contribuito i padri fondatori, molti dei quali sicuramente si staranno rivoltando nelle tombe, nel costatare come l’attuale consiglio di Amministrazione ha svenduto per un “piatto di lenticchie” quello che era l’orgoglio di Rocca Priora, Monte Porzio Catone, San Cesareo e Colonna.

Anche la BCC di Palestrina domenica prossima voterà la fusione con quella di Fiuggi dove Palestrina è incorporante il che, di fatto, non cancella una delle banche di riferimento del nostro territorio.

Chi c’è dietro questa operazione poco chiara? Chi ha deciso di potenziare la BCC di Castel Gandolfo distruggendo la “nostra” banca? C’è chi vocifera che una certa parte politica del nostro territorio con questa operazione si stia creando un serbatoio da dove attingere voti in vista delle prossime consultazioni elettorali il cui esito è ancora incerto. Ecco quindi che alcuni autorevoli esponenti politici, con promesse future, stanno costringendo i soci ad accettare, senza pensare alle conseguenze negative che una acquisizione senza contropartita può creare nella nostra zona.

Ora è vero che l’odierno momento congiunturale presenta difficoltà, tanto che gli attuali amministratori hanno chiesto ai Soci di sostenere oltre la sua ricapitalizzazione anche sacrifici economici considerevoli, (come il costo dei conti correnti, dei depositi, l’aumento delle commissioni, la diminuzione fino a zero dei tassi avere e il conseguente aumento dei tassi in dare) e loro hanno aderito facendo in modo che, anche con il loro impegno, l’azienda riprendesse il suo cammino.

Perché allora cederla?

Si teme che il domani sia difficile per l’azienda? Allora bisogna impegnarsi a superare con capacità, lungimiranza e diligenza, eventuali altri ostacoli, senza paura, come è stato fatto in precedenti situazioni difficili.

Se c’è chi non se la sente può anche lasciare ad altri.

Prima del voto di sabato prossimo c’è chi invita ad esaminare alcuni perché:

1- Perché l’incorporazione, mai comunicata ai soci, della BCC del Tuscolo con la Banca di Credito Cooperativo di Genzano e Castelli Romani è saltata?

2- Perché prima, sempre ignorando i soci, è saltata quella con la Banca di Credito Cooperativo di Palestrina?

3- Perché i numeri di questa azienda a Maggio erano a posto (dichiarazioni Direzione-Consiglio in assemblea) e attualmente sembra che non lo siano più?

Per concludere

4- Quali sono i veri motivi di questa incorporazione?

5- Perché confermare gli attuali consiglieri per i prossimi 6 anni senza avere la possibilità di rinnovarli con regolari votazioni che si sarebbero dovute tenere la prossima primavera?

6- Chi ci garantisce che tra 6 anni avremo ancora una rappresentanza del nostro territorio all’interno del CDA o che peggio ancora tra brevissimo tempo a seguito di una ulteriore fusione i nostri rappresentanti non si riducano a zero ?

7- Perché i correntisti e soci si sono visti recapitare la comunicazione della variazione in senso peggiorativo di tutte le commissioni e delle spese del conto a partire dal 1 gennaio 2017 con questa motivazione “la modifica delle spese è dovuta al cambiamento della struttura dei costi gestionali e operativi della banca , conseguenti alle operazioni di aggregazione in corso …… “ ,  ma le aggregazioni non servivano per migliorare le condizioni al socio e ai clienti?

L’operazione messa in atto dall’attuale Consiglio di Amministrazione e dalla Direzione significa perdere del tutto la “nostra” Banca Cooperativa, significa rinunciare ai nostri principi, abbandonare le nostre comunità, vuol dire privarci di un sentimento di solidarietà coltivato per molti anni e perdere giusto l’orgoglio per una azienda che sta compiendo 100 anni di vita spesi a vantaggio dei soci e delle comunità locali.

Queste sono alcune considerazioni che possono essere sicuramente utili per una partecipazione assembleare informata che porti ad una decisione razionale, attenta e soprattutto libera da pressioni, condizionamenti o peggio, ricatti.

L’importanza della questione consiglia di non rilasciare, senza valide motivazioni, la delega ad altri, soprattutto quando viene chiesta con insistenza.

Antonio Gamboni

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