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Fitti e disseminati casualmente con una superficie stimata intorno ai 150 – 200 ettari, i castagneti, con una coltre infinita di foglie, occupano il settore orientale del territorio di Capranica Prenestina colorando di marrone gli autunni limpidi e freddi dei Monti Prenestini. Questa tonalità, che anticamente era il simbolo della povertà e della semplicità in questa stagione dell’anno, prende il sopravvento nella natura del luogo. Marrone è infatti la terra e marrone sono la corteccia, le foglie e molti frutti fra i quali quelli del castagno che, a Capranica, sotto forma esclusiva della castagna secca denominata “mosciarella“, hanno raggiunto una produzione di circa 2000 quintali.
L’origine della castanicoltura nei Monti Prenestini si perde nel tempo tanto che, secondo la tradizione, furono le castagne a sfamare i Prenestini durante il lungo assedio di Silla.
Nel XV secolo poi, alcuni provvedimenti pontefici decretarono la classificazione del castagno come pianta da frutto incentivando i proprietari dei fondi montani a sostituire  i boschi naturali con i castagneti.
La vera espansione si ebbe però nei secoli XVI – XVII quando, queste culture finirono per sostituire i vigneti la cui esistenza è testimoniata ancora oggi dai resti delle vasche per la pigiatura e la raccolta del mosto rintracciabili ad esempio in località “Vignola”.
I castagni, a loro volta vecchissimi, alcuni dei quali raggiungono dimensioni ragguardevoli, hanno sviluppato con il tempo un’affezione particolare nella gente di questo territorio. Se la castagna ha rappresentato l’alimento principale, anche se povero,  per il sostentamento, successivamente è diventata una risorsa economica per lo sviluppo della montagna.
Sennonché tali occasioni produttive ed economiche si riferiscono non solo alla nascita di un mercato di nicchia in grado di remunerare la qualità e la salubrità dei suoi frutti, ma soprattutto allo sviluppo di una cultura che, in questa ricchezza paesaggistica ed ambientale, riconosce la testimonianza di valori dell’antica tradizione degli abitanti di questi luoghi.
In questo percorso fra natura e tradizione, si inserisce la caratteristica “Sagra della Mosciarella“, che vanta ormai una storia trentennale e si svolge ogni anno nel mese di novembre. Più che una vera e propria Sagra la manifestazione, ove sono presenti anche iniziative gastronomiche legate alla castagna, si propone di rinnovare i valori dell’antica tradizione alimentare e sociale della castanicoltura di Capranica Prenestina.
Protagonista della Sagra è, infatti, la “Mosciarella“, ovvero la castagna secca ottenuta con un processo di lavorazione lungo e ancora legato a sistemi tradizionali che vengono mantenuti e tramandati di generazione in generazione secondo un’usanza antichissima.
Durante la sagra tale processo viene riprodotto in tutti gli elementi essenziali dando luogo ad un vero e proprio percorso didattico; momento essenziale, in tale processo, appare l’essiccazione.
All’interno dei castagneti sono poste le “casette”, per l’essiccazione delle castagne.
In queste tipiche costruzioni in muratura, con tetto disperdente, vi sono due stanzette sovrapposte: quella in basso con pavimento in terra battuta per accendere i fuoco, quella superiore con pavimento a graticcio (tavolette spessorate sostenute da travi) per stendere le castagne in strati di 30-40 centimetri.
Il fuoco è debole in modo da sviluppare molto fumo ed è alimentato in parte da legno e in parte dalle bucce delle castagne dell’anno precedente.
Questo procedimento disidrata le castagne e le impregna di sostanze antisettiche.
E’ questo il sistema tradizionale di essiccazione che richiede circa un mese per esser completato.
Ad essiccazione avvenuta, le castagne devono essere sbucciate per la compressione e la battitura.
Dopo queste operazioni, le castagne risultano “bianche”, sterilizzate e molto dure, pronte per essere conservare ben chiuse in sacchi all’asciutto.
Le castagne possono essere mangiate lesse oppure possono essere utilizzate per la produzione della farina, che può essere conservata nelle caratteristiche giare oppure in contenitori ermetici.
Le “Mosciarelle” sono ormai una preziosa rarità che il Comune di Capranica Prenestina intende valorizzare e commercializzare come prodotto caratteristico di qualità e di grande valore nutritivo.

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