Caro Babbo Natale… almeno una cena di festa con la mia famiglia…
Caro Babbo Natale
Sono contento di leggere le letterine degli altri, almeno non mi sento infantile se ti scrivo anche io. Quest’anno sento proprio l’esigenza di scriverti perché avrei qualcosa di molto importante da chiederti.
Lavoro in una struttura ospedaliera del territorio ormai da anni, ma non ha importanza dove, perché sento anche altri colleghi da altre strutture vicine che vivono la mia stessa situazione e non è esattamente il massimo della felicità. Credo che non sia nemmeno solo un problema della provincia o della zona, ma proprio di tutta la sanità laziale, dalla provincia di Viterbo a quella di Frosinone…
Scrivo usando questo portale perché già la scorsa estate ti occupasti di qualcosa di simile e ti assicuro che le cose, invece di migliorare, sono sprofondate nell’abisso.
La colpa probabilmente è dell’austerità del periodo, dei tagli che il governo ci fa, ma anche nella nostra inciviltà e ingordigia. Mi spiego meglio: non dico che mansione ho, perché la stessa situazione la vive il chirurgo come il portantino, ma io sono costretto a fare turni massacranti, senza un minimo di riposo giusto.
Dovrei fare soltanto 8 ore perché sono pagato per quello, invece ne faccio 12, 4 le regalo allo Stato, anzi, me le regalo, Io sono doppiamente fregato perché oltre a non vedere il compenso per queste 4 ore in più che faccio a turno (quante sono a fine mese?), nello stipendio non ci vedo nemmeno le tasse che mi decurtano anche per pagarmi…
Faccio turni massacranti perché operativi in reparto siamo solo in 5 di cui almeno 3 sono sempre assenti, vuoi per malattia, vuoi per ferie, operativi realmente siamo solo in 2 con il risultato che uno smonta e uno monta e quando dovrei essere di riposo sono comunque reperibile e soggetto ad entrare in servizio appena mi chiamano, anche se ho smontato da due ore. Poi i pazienti si arrabbiano con noi quando non siamo come loro vogliono, che è poi come in realtà saremmo se operassimo in condizioni normali.
Caro Babbo Natale, io di miracoli ne vedo tutti i giorni. Li vedo quando i miei colleghi ancora sorridono dopo essere stati 12 ore in piedi ad affrontare emergenze e casi critici e magari prima avevano riposato soltanto 3 ore… Li vedo quando un chirurgo opera ancora con successo dopo un turno di 20 ore perché non ha ricevuto il cambio… E mi fa rabbia perché penso che è vero che la colpa è delle decisioni prese dall’alto, ma anche dell’egoismo e dal menefreghismo degli altri colleghi perché non capisco come mai a stare male e in ferie sono sempre le stesse persone che lavorano la metà del tempo che lavoro io eppure percepiscono lo stesso mio stipendio. A me questa cosa fa molto rabbia e anche dispiacere perché tra colleghi dovremmo essere comprensivi.
Tanti mi dicono “Perché non fai come i tuoi colleghi e pensi un po’ a te, ti metti in malattia anche tu?”, ebbene io non sono capace proprio… penso a chi ha bisogno, ai pazienti che sono in cura nel mio reparto, anche ai colleghi che, come me, ancora credono nel fatto che il nostro non è un lavoro ma una missione e che abbiamo fatto un giuramento per questo. Io non tradirò mai questo giuramento e nemmeno i miei colleghi, a differenza di coloro che, invece, ci voltano le spalle.
Ecco caro Babbo Natale, sotto l’albero non mi aspetto grandi cose, anche perché, grazie alla situazione di cui sopra, non sono in grado di programmare alcuna festa, ho, quindi, dimenticato amici e famiglia, ma una cosa te la chiedo: vorrei tanto passare un po’ di tempo senza l’angoscia del telefono che squilla per dirmi di tornare al lavoro, vorrei sapere in tempo i miei turni di queste feste, sperando che qualche collega con salute cagionevole cronica rientri in servizio in modo da poter fare almeno una cena di festa con la mia famiglia…
UN OPERATORE SANITARIO