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Un incubo… Continuo a pensare a questi ragazzi e all’ingiustizia che hanno subito. Non si rubano i sogni ai giovani”. E’ la didascalia della foto di una squadra giovanile in maglia arancioverde, abbracciata in mezzo al campo, che fa il giro di Facebook.

Rimbalza di profilo in profilo, commentata da tantissimi prenestini che, magari senza sapere bene cosa sia successo, restano basiti dinanzi ad una simile assurdità: a ridosso del Santo Natale, l’U.S. Palestrina calcio ha ritirato da tutti i campionati agonistici tutte le proprie formazioni.

In pratica i ragazzi, dai 13 anni in su, che calcano quei campi da tanto tempo, se vorranno continuare a giocare a calcio dovranno farlo da pendolari, a Cave, San Cesareo, Valmontone. O dovunque i genitori riescano a farsi carico dell’impegno di andare e tornare da un paese all’altro.

Cosa è successo? Semplice. E’ successo che, tira e ritira, alla fine la corda si spezza. E così, una pantomima durata cinque anni, tra l’Amministrazione comunale di Palestrina e il presidente dell’U.S, Palestrina, Augusto Cristofari, fatta di ripicche e di favori, di dispetti e di compensazioni, ha avuto oggi quell’epilogo molte volte minacciato dalla società che, in realtà, nessuno avrebbe mai immaginato.

Con una nota di poche righe la società dà formalmente l’annuncio: “Il Palestrina Calcio ritirato da tutte le competizioni. E’ la decisione presa da Augusto Cristofari, presidente del Palestrina Calcio, questa mattina dopo aver valutato le condizioni di praticabilità dell’impresa sportiva. Tutte le attività agonistiche non andranno più avanti, rimane attiva solo la scuola calcio per i bambini nati fino al 2003. I ragazzi della prima squadra, che sono a convitto, dovranno tornare a casa”.

Sono amareggiato, deluso – ha dichiarato Cristofari – non posso più andare avanti. Ho costruito un impianto a mie spese cercando di portare sport e divertimento qui in provincia. Invece il Palestrina ha giocato a porte chiuse per 5 anni. Ho investito molto, oltre 2 milioni di euro, ho cercato di dare una possibilità a tanti ragazzi attraverso lo sport. Adesso è tutto finito. Ci sono almeno 15 posti di lavoro a rischio.  La mia è una decisione irrevocabile, e l’ho comunicato questa mattina all’autorità sportiva competente. Rimarrà in funzione solo la parte dedicata alla scuola calcio dei più piccoli. Nei prossimi giorni spiegherò alla comunità i fatti che mi hanno portato a questa decisione”.

Sul Messaggero di oggi il presidente Cristofari precisa: “E’ emersa una situazione di anomalia urbanistica che riguarda tutte le strutture esistenti in quell’area, a partire dall’isola ecologica. Avevo avuto rassicurazioni che si sarebbe lavorato per trovare una soluzione che consentisse di dare risposte a tutte le esigenze. Ma così non è stato”.

All’impianto comunale – trapela invece dalla Polizia Municipale – hanno realizzato un ristorante che, anziché esercitare come un club privato, era aperto a tutti. C’è stata un’ordinanza di chiusura non rispettata e siamo intervenuti nuovamente”.

In realtà, a quanto pare, dall’ordinanza di chiusura del 9 dicembre scorso ad oggi, il ristorante aveva compiuto degli atti, concordati con il Sindaco Adolfo De Angelis, che gli dovevano consentire di operare mentre si provvedeva a sistemare le carte. Si dà il caso che il sindaco, però, sia partito senza firmare quanto concordato (dimenticanza o di proposito?) e, non solo, la municipale è tornata a fare dei controlli (a colpo sicuro, a questo punto) che hanno portato alla chiusura del locale.

Pura casualità oppure colpo basso ordito dal sindaco o, a detta dei bene informati, dal Vice Sindaco Manuel Magliocchetti, nemico storico di Cristofari e amico di imprenditori che avrebbero mire sulla società e sull’impianto? Tanti interrogativi che aspettano una risposta.

Su un profilo anonimo, che si dichiara bene informato, in modo ermetico si scrive: “A quanto si vocifera in giro le soluzioni, al momento, sarebbero due: 1) il Coniglio bianco fiore cede alle richieste di sig. appaltatore e rimette “in gioco” il ristorante; 2) sembrerebbe che dietro tutto ci sia una attenta regia che passa per la Pedemontana, “Fuori gioco” il sig. appaltatore, arriverebbe il salvatore della patria pronto a spegnere l’incendio che si è creato intorno alla situazione. Il pompiere con l’aiuto del giocattolaro e del suo fido autista prenderebbe capre e cavoli, e naturalmente anche la squadra di calcio. Visto il periodo natalizio in molti dovranno andare processionalmente sulla scia (ops via) della Stella e “proni” scoprire le parti sacre. Il coniglio bianco fiore incomincia a sudare freddo e sembra che il suo pelo sia ingrigito tutto d’un tratto, anche perché molti iniziano a chiamarlo, candidamente, ex-sindaco!”.

Troppo ermetico? Forse. O forse no?  Resta il fatto che di tutti questi giochi di potere i genitori dei bambini che vestivano la maglia arancioverde, e i tanti appassionati di calcio di Palestrina, ne hanno piene le scatole.

Credo sia giunto il momento – scrive Gianni, un papà – per entrambe le parti, cioè sia per la presidenza che l’amministrazione comunale, di trovare una soluzione condivisa agli ormai cronici problemi del calcio prenestino, che proprio in questi giorni sembra giunto al peggiore degli epiloghi. Una soluzione che, trascurando gli interessi delle parti, sia rivolta al bene comune della collettività, riportando in primo piamo il ruolo sociale di uno sport sempre più compromesso dagli interessi economici e dalle ambizioni personali dei singoli”.

Un passo indietro comune – suggerisce Gianni – a tutto vantaggio di quei ragazzi che vedono nel calcio un motivo per stare insieme, per divertirsi e vivere 90 minuti da protagonisti; una soluzione che rispecchi gli interessi di tutte quelle famiglie che vedono nell’attività agonistica un deterrente alla strada e a tutti i pericoli che in essa si celano. Valorizziamo l’aspetto sociale di uno sport bello ad ogni livello lo si disputi, sia esso quello della scuola calcio che un livello superiore agonistico. Consentitemi inoltre con l’occasione, di bacchettare tutti quei ‘professori del calcio’: non ce ne frega niente del Barcellona ne del Coerver Coaching olandese, il calcio non è una scienza ed è bello proprio perché è fruibile da tutti, ognuno può dire la sua , salvaguardando, ovviamente, il rispetto altrui. Un grosso in bocca al lupo a tutti quei ragazzi che alla vigilia di Natale si trovano senza più il loro giocattolo preferito… Babbo Natale l’ha fatta grossa quest’anno”.

Ma siamo sicuri che al Sindaco De Angelis, e al fido Magliocchetti, di bambini e genitori interessi qualcosa? La sensazione è che lo sgambetto fatto al presidente scomodo potrebbe valere una bottiglia di magnum la sera di Natale. Un Santo Natale, celebrato con la duplice messa: la sera a mezzanotte e al mattino seguente. Prima di allora, martedì 22, c’è un Consiglio comunale.

E chissà che non si debbano prima dare risposte plausibili ai cittadini. Stando attenti alla verità e ai fuorigioco, a chi gioca (a calcio) e a chi mangia (al ristorante). E agli scheletri. Ah no, quello era Halloween!

Antonio Gamboni

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