Sharing is caring!

Sembra confermata la notizia che in questi giorni circola su FB, e che ha creato un certo allarmismo. Ben 160 profughi sbarcati tempo fa sulle coste italiane, in attesa di ricevere dall’Italia lo stato di Rifugiati Politici, stanno per essere trasferiti da Corcolle a Cave.

I rifugiati politici sono nient’altro che immigranti forzati, costretti ad abbandonare il loro Paese perché afflitto da guerre civili o per problemi legati alla sfera politica.

Queste vittime in fuga sono tutelate dalla Convenzione di Ginevra, da vari trattati internazionali e anche dall’articolo 11 della Costituzione italiana.

Rifugiati politici e immigrazione clandestina sono, oggi come oggi, dei temi particolarmente forti nel nostro Paese, soprattutto con i continui sbarchi clandestini dalla Libia.

L’Italia ancora arranca nella ricerca di una soluzione adeguata alle necessità, non solo degli stessi rifugiati, ma anche dei cittadini italiani, costretti a condividere con loro condizioni di difficoltà sociale.

Sotto pressione sono le capacità di accoglienza per i rifugiati politici, i quali dopo aver ottenuto la protezione dello Stato e il conseguente permesso di soggiorno con lo “status di rifugiato”, hanno principalmente bisogno della messa in atto di questi diritti. Lo Stato, invece, sembra lasciare gli immigrati abbandonati a se stessi e in precarie condizioni di vita.

In un articolo ultimamente apparso sull’Espresso, si afferma che “di fronte al nuovo esodo, alla nuova “emergenza”, il governo ha attaccato Bruxelles, accusandola di averci lasciati soli: uno slogan particolarmente caro al ministro dell’Interno Angelino Alfano. La realtà però è un’altra. I soldi, l’Unione, non ha mai smesso di offrirceli: più di 500 milioni di euro in cinque anni per migliorare il nostro sistema nazionale di controllo e d’assistenza per i profughi. Il problema è che a Roma quel forziere non è stato usato nel migliore dei modi. E spesso non si è nemmeno riusciti a spendere i quattrini già stanziati. Nel “Piano nazionale sicurezza” c’è un portafoglio ancora pieno di fondi comunitari per l’“impatto migratorio”: 122 milioni di euro per rafforzare l’integrazione e contrastare l’immigrazione irregolare, divisi fra lo Stato, che ne ha messi 50, e l’Europa, che ne ha investiti 72. Da questa cassaforte, ad oggi, sono stati presi solo 30 milioni. Meno di un quarto del totale. Significa che entro il 2015 dovremo riuscire a investire i 90 che mancano. Altrimenti ci toccherà restituire tutto quanto”.

cave-1[1]

Tornando alla questione che più ci interessa da vicino, sarà il complesso di via Speciano ad accoglierli. In tutta la faccenda ci sono cose che lasciano perplessi. Nessuno vuol passare per razzista o abbracciare certe tesi leghiste a riguardo delle migliaia di vittime che lasciano i loro paesi in guerra o ridotti alla fame.  Vengono nel nostro Paese sperando di poter fare una vita dignitosa, ma trovano spesso la morte in quelle carrette del mare in mano a speculatori. Una certa perplessità ce l’abbiamo. Prima fra tutte ci si domanda: ma ne  è a conoscenza l’Amministrazione Comunale di questa operazione? Se prima c’erano cose che non andavano nell’edificio che dovrebbe ospitarli, visto che doveva essere una Casa di Riposo per anziani privata, perché ora è idoneo ad ospitare 160 profughi? Altra perplessità perché proprio a Cave, dove le Forze dell’Ordine sono scarse e non in altre località, come per esempio Colleferro, dove la presenza di Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza è cospicua? C’è poi il grosso problema che, a differenza dei Centri di Prima accoglienza, questi possono circolare liberamente in tutto il territorio, e saranno certamente additati da chi non riesce a vivere con una pensione sociale da fame, mentre sembra che per il mantenimento di queste persone ci sarà  un sussidio di 30 euro giornalieri oltre a vitto e alloggio.

Noi ci auguriamo solo che la tranquillità di Cave e del suo circondario non venga messa in forse da questi ospiti imposti.

Comments

comments