CI SONO ANCORA GLI ANALFABETI? CI SONO STATI, CI SONO, CI SARANNO. PIÙ L’UOMO SI EVOLVE E PIÙ SI MOLTIPLICANO GLI ANALFABETI. ANCHE CHI SI AVVALE DEGLI IGNORANTI CRESCE IN MODO ESPONENZIALE. COSÌ TIRANNI E TIRANNETTI IN QUANTITÀ NE DISPONGONO A VOLONTÀ. NON SAPPIAMO PIÙ CON CHI E DOVE ANDARE. È FORSE LA FINE?
Una volta si parlava di analfabetismo. Si considerava un analfabeta chi non sapeva leggere e scrivere. Gli analfabeti erano dovunque, soprattutto nei paesi più poveri o nel meridione dei più progrediti.
Che fine hanno fatto quegli analfabeti? Sono scomparsi? Hanno imparato a leggere e scrivere? È bastato mettersi al passo con gli alfabetizzati? È scomparso del tutto l’analfabetismo?
No. L’ analfabetismo è diventato più pericoloso e virale. È vero che oggi tutti sanno leggere e scrivere, ma è anche vero che i più non capiscono ciò che leggono, né ciò che si va dicendo sulle pizze, dovunque. Succede spesso che, anche se lo capiscono, usano il saper leggere e il saper scrivere non con lo scopo di conoscere o di comunicare verità sacrosante, ma, manovrati da questo o quello, diventano bande incontrollate.
E così si rimaneva ignoranti al tempo del primitivo analfabetismo e si rimane ignoranti e, peggio ancora, nel caos, che si è creato oggi. Il livello del nuovo analfabetismo è davvero allarmante. Ormai tutti sanno leggere e scrivere, quindi, non dovrebbero esserci più analfabeti, invece abbondano più di prima. Crescono con grande facilità in una giungla in cui la parola scritta o detta non veicola più ciò che rappresenta.
I tempi cambiano e con loro anche il modo di vivere, di pensare, di agire. L’ Italia da un paese contadino nel dopoguerra è diventato un paese industriale. Addirittura uno dei primi. La televisione ha portato il mondo in casa e ognuno ha scoperto il pianeta terra e in quale parte dell’universo si trova.
A questo punto dovevamo diventare tutti cittadini del mondo, conoscerci meglio, fraternizzare e vivere in pace, godendoci le ricchezze naturali della nostra “Pacha Mama”.
La seconda guerra mondiale non ha insegnato un bel nulla: belve eravamo prima e belve abbiamo continuato ad essere. E ancor di più.
È stata come una pausa, in cui si è pensato ad organizzarsi meglio sia militarmente che socialmente, per essere più forti in future sfide belliche. Le bombe atomiche già avevano fatto disastri alla fine del secondo conflitto mondiale. Sono state le premesse per favorire guerre sempre più letali. Infatti alle atomiche hanno messo perfino le ali, così invece di sganciarle da aerei, ci arrivano da sole sugli obiettivi. Già agli inizi degli anni ’60 ci siamo andati vicino con Kennedy e Krusciov, per via dei missili a Cuba, per scatenare un primo conflitto mondiale atomico.
Oggi ci risiamo. In campo sono Cina, USA, Russia, Europa con i loro Leader di turno. Che articoli! I venti di guerra soffiano sempre più forti. Con lo sconvolgimento dei dazi, promosso dal Presidente Donald Trump, stanno volgendo in distruttivi “Hurricanes”.
E questa è pura follia. Inutile cercare altri termini. Altro che analfabetismo! Magari si risolvesse la questione, imparando a leggere e a scrivere. Cosa, invece, dovrebbero imparare le genti? Semplicemente a pensare. Destarsi da sogni di grandezza, da miraggi di potenza, da allettanti conquiste di ricchezze e di supremazia.
Il modo di fare politica è osceno. Non si parla ai popoli con la lingua giusta, comprensibile e piana. Si agisce sugli istinti, non sulla razionalità. E gli istinti portano ad un solo risultato: ” Homo homini lupus”.
Se per abbattere il vecchio analfabetismo era questione di andare semplicemente a scuola, per neutralizzare l’odierno analfabetismo quale via seguire? “Ai posteri l’ardua sentenza”, direbbe il Manzoni. Certo è che se non ci si dà una calmata, sapremo come qualche sopravvissuto combatterà la quarta guerra mondiale: “Con la fionda e con la clava”, dichiara il grande Albert Einstein.
Pino Pompilio