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Se qualcuno non interviene e si prende le sue responsabilità, un altro dei vanti della nostra zona è costretto a chiudere i battenti dopo una ventennale esperienza di servizio a favore di chi soffre.

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Purtroppo è così, la DOSAVO, l’associazione dei donatori di Sangue, che è diventato un punto fermo per alcuni Ospedali del Lazio, dovrà chiudere i battenti per una serie di leggi assurde che non consentiranno più il prelevamento in strutture non idonee e che non abbiano determinate caratteristiche. E non si vede via d’uscita!

O ci si adegua oppure occorre dire addio a centinaia di benefattori che si sottopongono periodicamente alla donazione.

Ricordo da tempi immemorabili che le donazioni avvenivano a San Cesareo prima in una delle sale del comune per poi trasferirsi al Centro Anziani e per Palestrina, dopo varie peregrinazioni, nei locali della Sacra Famiglia. Ebbene, si dice che dal 31 dicembre, questo non sarà più possibile. La legge prevede che i locali abbiamo delle caratteristiche specifiche che rasentano il ridicolo e questo è impossibile che siano i privati a farsi carico.

In un periodo dove si sprecano decine di migliaia di euro in affitti assurdi, possibile che una Asl o i comuni nei quali operano queste associazioni di volontariato, non provi a dare una mano e semmai farsi carico di trovare una struttura idonea, per dare un servizio che in altre Regioni viene regolato in maniera diversa? Basterebbe ridimensionare a San Cesareo l’affitto di alcuni locali che costano 4 o 5 volte quanto stabilito dai prezzi di mercato. So per certo che in altre Nazione e in gran parte dell’Italia del nord, esiste un’anagrafe dei donatori. Quando qualche ospedale ha bisogno di sangue può rivolgersi ad essa ed avere l’elenco dei volontari compatibili. Ottimo direte voi! Ma delle agevolazioni questi donatori ce l’hanno! Dalle nostre parti non mi risulta!

Ma veniamo alla messa a norma. Ci è stato riferito che i responsabili di alcune associazioni, tra cui quella che ha sede a San Cesareo, hanno messo in moto tutti gli organi competenti per scongiurare la chiusura e si spera in un intervento risolutorio del Presidente della Commissione Sanità Rodolfo Lena, informato del problema e che ben conosce la situazione in cui opera proprio la DOSAVO.

In altre occasioni ci saremmo arrabbiati ed avremmo scritto contro questo o contro quello. Non lo facciamo sia perché alcuni spiragli si stanno aprendo e sia perché il responsabile della DOSAVO preferisce intraprendere tutte le strade che reputa percorribili senza alzare polverone.

Speriamo che sia vero! Ci dispiacerebbe scrivere l’elogio funebre di uno dei vanti del nostro paese. Un’Associazione di donatori della quale ero orgoglioso di farne parte, prima che i miei problemi di salute me lo impedissero!

Il Direttore, Antonio Gamboni

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