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IMG_1405[1]Prendere il treno regionale sulla linea di Cassino/Frosinone è ormai un terno al lotto. Anche in orari che non sono propriamente affollatissimi, anche con vetture che dovrebbero essere esenti da avarie in quanto nuove.

  • 12.14 treno regionale da Termini a Frosinone, non affollatissimo ma comunque pieno, parte da Termini già con 15 minuti di ritardo e nessuno che ne spiega il motivo. La maggioranza delle persone sul treno sono reduci da un’alzataccia ed una mattinata di lavoro anche pesante e, a ragione, non vedono l’ora di andare a casa. Il ritardo, quindi, è accolto a malincuore soprattutto per le sue ragioni ignote.

E’ un sollievo quando il treno accenna a muoversi e prende velocità per lasciare Roma, l’arrivo a Ciampino, però, è con 16 minuti di ritardo e la sosta è un po’ più lunga del previsto, il che non lascia presagire nulla di buono. Il treno riparte da Ciampino sobbalzando, ma prosegue la sua corsa verso Tor Vergata. Anche qui alla ripartenza un sobbalzare poco tranquillizzante, ma … si va avanti!

All’arrivo a Colle Mattia, però, il treno si arresta e non riparte. A questo punto il macchinista attraverso l’interfono comunica che il locomotore ha un’avaria e che non si sa quando si potrà riprendere la marcia. Molti viaggiatori, più esperti di me della linea e anche più esasperati da continui disservizi, cominciano ad inveire contro il macchinista perché i problemi si erano manifestati molto prima e sarebbe stato più facile per tutti se si fosse fermato a Ciampino.

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Infatti in quella stazione ci sarebbe stata la possibilità di far passare il treno successivo senza bloccarlo e far ritardare anche gli altri viaggiatori, come in effetti stava succedendo. A Ciampino si sarebbe potuto cambiare treno facilmente ed il ritardo sarebbe stato contenuto per tutti, ma si è preferito continuare a far marciare un convoglio che, seppure nuovo, era fuori uso.

Dopo una sosta di oltre mezz’ora il guasto sembra essere riparato e si può lasciare la stazione di Colle Mattia, ma si procede a velocità ridotta. Alla fine si riesce ad arrivare a Zagarolo con quasi due ore di ritardo, con i viaggiatori imbestialiti poiché si poteva contenere il disagio. Il treno si è fermato lì e si è potuto fare a Zagarolo quello che sarebbe stato meglio fare a Ciampino: cambiare treno lasciando passare il successivo, ma ormai il ritardo era veramente fuori comprensione umana e molti hanno riversato la loro rabbia contro il macchinista che aveva sbagliato la scelta… sempre che sia dipeso da lui.

A prescindere da tutto è impensabile che, nel 2014, si viaggi ancora in questo modo. E non è questione di linea, perché da nord a sud il traffico regionale e pendolare è alle stesse condizioni. Si dovrebbe valorizzare il trasporto locale perché è un servizio di primaria importanza per la popolazione e, per il bacino di utenza, dovrebbe essere quello che porta più proventi, eppure i convogli sono sempre più ridotti e ridotti male, manca personale e ci sono continui disservizi.

E’ comprensibile, quindi, che chi si trova ogni giorno a sapere quando esce da casa ma non sapere quando rientra possa reagire di fronte ad episodi simili a quello accaduto oggi, soprattutto in un periodo in cui siamo vessati da tutti i fronti con balzelli che, già sappiamo, invece di essere usati per migliorare i servizi alla popolazione andranno ad impinguare le tasche di pochi lasciando che le cose vadano sempre più nel baratro.

Di Gioia Cafaro

 

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