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Nelle prossime settimane ci saranno due lutti a Palestrina. Non è lutto solo quando purtroppo muore qualcuno, ma lo è anche quando muore una parte di storia della città. Due attività commerciali tra le più antiche si Palestrina chiuderanno i battenti. La macelleria Calabresi, meglio conosciuta da tutti come Pepparello, e l’edicola di Corso Pierluigi. Si tratta di attività quasi centenarie. Per il centro storico, ma non solo per il centro storico, sarà una grave assenza. Intere generazioni sono cresciute con “la ciccia de Pepparello”, così come intere generazioni si sono informate con i giornali comprati all’edicola di Corso Pierluigi o hanno giocato con le buste di soldatini o di pentoline comprate da Lena, Anselmo, Adolfo, Stefania, nel tempo.

In altre città le attività storiche vengono tutelate, vedi il “Caffè della Pace a Roma”, da noi chiudono in silenzio, e purtroppo queste due non sono le sole attività con il cartello “prossima chiusura”.

Quando ha chiuso il cinema si sono sollevati tutti, associazioni, privati cittadini, si sono creati comitati, l’amministrazione si è attivata, ecc., quando muore un’attività commerciale al massimo c’è qualcuno che dice “peccato”.

Il centro storico di Palestrina sta morendo, si chiudono vetrine su vetrine, i cartelli affittasi o vendesi sulle serrande abbassate non si contano più. Anche la farmacia sicuramente dovrà spostarsi a causa della vendita degli immobili comunali dove si trova, così come hanno già fatto o stanno facendo le altre attività che si trovano negli altri negozi comunali di Viale della Vittoria, ed il futuro non è roseo per chi ancora resiste.

Tra una decina di anni, quando saranno finiti i lavori nella nuova sede di Santa Lucia, probabilmente anche la BCC abbandonerà il centro storico, ma forse allora nessuno se ne accorgerà, non è escluso che quando si sposterà pure la banca, in centro ci saranno rimasti solo uffici, agenzie e i locali della movida serale.

Per il salotto buono di Palestrina sta suonando il De Profundis.

Ragazzi, mi rivolgo a voi giovani assessori della nuova giunta, fate qualcosa! Per ogni negozio che chiude, oltre alla desolazione e ad un pezzo di storia cittadina che se ne va, corrisponde anche un minore incasso per il comune.

Non è solo costruendo nuove case che si salva l’economia di una città. Se si tralasciano e non si tutelano tutte le altre attività produttive, negozi, artigianato, piccola impresa, se non si fanno girare i soldi, alla fine le case chi se le compra?

Create scuole di artigianato, agevolate l’apertura di nuove attività, di piccoli laboratori artigiani. In campagna elettorale abbiamo sentito di tutto da tutti, ora la campagna elettorale è finita, fateci vedere qualcosa di costruttivo, sia chi è stato destinato ad essere maggioranza e sia chi è stato destinato ad essere opposizione.

Per il benessere della città non deve esistere maggioranza ed opposizione, deve esistere solo concretezza!

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