Sharing is caring!

tempio della dea fortuna
tempio della dea fortuna

Ciao Francesco, parlaci un pò della tua attività di fotografo. Quando è nata questa passione? insomma parlaci di te.

Più che attività di fotografo vera e propria parlerei di semplice passione!
Tutto è nato durante il liceo, più o meno a 16 anni, quando ho trovato dentro un armadio di casa due macchine fotografiche reflex un po’ antiquate: una “Minolta XE7” e una “Nikon FE”, ovviamente a rullino 35 mm.
Nel frattempo da qualche anno osservavo il cielo con un telescopio (un riflettore newtoniano) e mi venne l’idea di utilizzarlo per fotografare la Luna, il Sole e qualche pianeta, spendendo più di qualche soldino in rullini e sviluppo. Visto che stavo facendo tutto da autodidatta e la fotografia astronomica è molto particolare, sono state più le pellicole da buttare che quelle da conservare… Tentativi di esposizione andati a male e utilizzo di pellicole totalmente errate, però qualche bella soddisfazione me la sono tolta. Poi arrivò il digitale: tutta un’altra storia.

Palestrina veduta aerea
Palestrina veduta aerea

Il genere che prediligi e perché?

Durante gli studi universitari ho avuto l’opportunità di collaborare con dei ragazzi che lavoravano e lavorano tuttora (risk4sport) nel mondo della fotografia sportiva. Lì ho scoperto la bellezza di fotografare sportivi in azione in ambienti naturali, come montagne innevate e il mare. Oggi può sembrare scontato ma è impressionante con quale relativa facilità si possa imprimere per sempre un preciso momento che per la nostra mente dura in realtà soltanto frazioni di decimi di secondo; la fotografia ti mostra dettagli a cui solo l’occhio umano non arriva e, per fare tutto ciò, occorre un’ottima tecnica, un’ottima attrezzatura, la perfetta conoscenza dello sport fotografato e molta pratica. Ma al di sopra di tanta tecnica, a regolare tutto c’è il senso estetico in assoluto. Per rispondere alla domanda, quindi, direi senza dubbio che la mia preferita è la fotografia d’azione/sportiva anche se ultimamente sto tentando la fotografia aerea durante i miei voli con il parapendio.

Parapendio Castel S Pietro Romano
Parapendio Castel S Pietro Romano

La fotografia come cura dell’anima?

Arrivare a parlare di “cura” dell’anima forse è un po’ troppo azzardato… La fotografia va intesa come cura dell’anima, in quanto essa rappresenta lo specchio dell’interiorità, e l’uomo trova la sua “cura” proiettandosi in un universo sconosciuto e nascosto, trasformando l’immagine di un attimo in qualcosa di magico, di dinamico e vivo. Il fotografo arriva, così, a comunicare l’incomunicabile, creando una corrispondenza con il mondo interiore.

Freestyle Ovindoli
Freestyle Ovindoli

La fotografia può aiutare a rilanciare il territorio comunicando una percezione nuova di quest’ultimo?

Rilanciare e far conoscere il territorio grazie all’aiuto della fotografia può essere molto positivo, ma che arrivi a dare una percezione nuova in toto e nel senso stretto è impossibile e forse anche inutile.
Però credo fermamente che la fotografia possa dare una percezione nuova in relazione ad ogni singola persona.
Nessuno può vedere quello che ha intorno in tutte le sue infinite sfaccettature; c’è chi vede alcuni dettagli e chi si sofferma su altri. Quindi, attraverso la fotografia, possiamo ampliare il modo di vedere il luogo in cui si vive, in modo tale da interiorizzare nuove percezioni rispetto a quelle cui siamo abituati. Di contro, data la grande mole di immagini che ci circonda, bisogna saper discernere la fotografia spazzatura da quella ben fatta e capace di comunicare realmente qualcosa.

Comments

comments