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25 ore di lezione, 6 comuni partecipanti, oltre 300 ragazzi coinvolti e 20 insegnanti interessati

Per la prima volta la lezione del Palestrina è arrivata negli istituti del territorio dei monti Prenestini per portare a conoscenza la figura di questo grande maestro rinascimentale “principe della musica”, compositore di fama mondiale che influenzò tutta la composizione successiva, non solo sacra. Un programma di lezioni-concerti tenute dal maestro Vinicio Lulli del Coro San Francesco Saverio di Palestrina, con la supervisione scientifica di Renata Tomassi Razzicchia, addetta alle Pubbliche Relazioni della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Si è scelto di coinvolgere le classi di seconda media degli istituti di Cave, Genazzano, Palestrina, Castel San Pietro Romano, Valmontone e Zagarolo. Nel corso del progetto i ragazzi hanno appreso cosa significa polifonia, monodia, contrappunto e coralità. Ma si è parlato anche di jazz e di rock “operistico” come quello dei Muse  di Matthew Bellamy che nel 2015 uscirono con un concept album dal titolo “Drones” ispirato a Pierluigi da Palestrina. Il libretto del cd spiegava  che Drones, una delle tracce dell’album, era “basata su Sanctus Et Benedictus, composta da Giovanni Pierluigi da Palestrina, riarrangiata (e con testo aggiunto) da Matthew Bellamy“.

Ma Giovanni Pierluigi da Palestrina ha avuto un ruolo importantissimo anche nella storia della musica e una delle opere che hanno fatto sì che il suo nome attraversasse i secoli è proprio la sua Missa Papae Marcelli, con la quale il compositore fece sue le direttive del Concilio di Trento (durato dal 1545 al 1563)  di una semplificazione della musica sacra.

Ecco spiegato il perché del ruolo centrale del concetto di contaminazione nell’intera rassegna del festival, dai concerti agli approfondimenti culturali fino ad arrivare al progetto scuole appunto.

«Un progetto ambizioso – spiega la dottoressa Razzicchia – che parte dalle nuove generazioni per diffondere la cultura di questo grande genio. “Il Palestrina” come principio e orientamento nella storia della musica antica e moderna attraverso i secoli. Spiegare ai giovani le tecniche e le innovazioni introdotte da Pierluigi – continua Razzicchia – significa infatti parlare dei fondamenti e i principi ispiratori della musica occidentale per arrivare fino ai giorni nostri. Da anni la fondazione è impegnata nell’opera di salvaguardia e divulgazione dell’opera di Pierluigi. Con questo progetto – continua – si arriva per la prima volta a coinvolgere gli istituti del territorio per estendere il raggio di azione alla terra del Palestrina».

«Onorato di aver partecipato a questo percorso formativo nelle scuole – dichiara il maestro Lulli. Credo che un festival così importante debba coinvolgere anzitutto le nuove generazioni. È una risposta culturale forte – continua il maestro – che si pone l’obiettivo di colmare quel gap che abbiamo con il resto dell’Europa sul fronte della formazione musicale nelle scuole. Si tratta di un primo passo, l’augurio è che questo progetto possa crescere per arrivare a una formazione continua nel corso dell’anno sviluppata con progetti ad hoc».

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