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L 26 APRILE SOLO ALCUNE RIAPERTURE DI ATTIVITA’ COMMERCIALI – LA LEGGEREZZA DEI COMPORTAMENTI CIVILI FRENA LA RIPRESA – TELEVISIONE E MEZZI DI COMUNICAZIONE NON AIUTANO –
Partiamo dal fatto che la situazione si è andata sempre di più ingarbugliando per via delle divergenze tra leader politici e un’informazione scarsamente aggregante e illuminante. La tendenza a dividere opinioni e pareri in opposte correnti, invece che calmare le acque ne causa uragani. Fa certo effetto parlare di “aperturisti”, “rigoristi”, “chiusuristi”, “negazionisti” e via dicendo, però in questi contesti non è proprio il caso di mettere gli uni armati contro gli altri . Tutto questo porta a confondere la visione della realtà e a schierarsi con questa o quell’altra parte. Il “divide e impera” è sempre attuale e funzionante. Ma a chi giova?
Il premier Draghi e quindi l’intera maggioranza di governo, hanno dato via libera ad alcune attività. Le porte si apriranno via via a tutte le altre, Girare intorno alla questione se aprire o no con i se, i ma, i forse, i distinguo, i prolungamenti dei divieti, insomma con la totale confusione che si viene a creare, è tipico di chi gioca con lo stato di emergenza no stop. Il Premier Draghi, nell’annunciare le tanto attese riaperture, ha usato un termine davvero indovinato e appropriato, “rischio ragionato”. È evidente che “il grido di dolore” del popolo dei ristoratori, dei baristi, degli albergatori, dei teatri, dei cinematografi, dei musei e di altre libere professioni, ridotte allo stremo della sopravvivenza, ha trovato ascolto. Così bisognerebbe fare pure con il nostro Padre celeste, che ascolta di lassù lo stesso grido. Un suo diretto intervento sarebbe infinitamente superiore ad oceani di vaccini.
Se partiamo da questi aspetti fondamentali, si può procedere con più coraggio, sicurezza e fiducia verso un futuro dominato ancora dal micidiale virus, reso sempre più forte dalle sorprendenti capacità di variare. Siamo ad un punto davvero critico. Se dovessimo richiudere di nuovo tutto, saremmo alla fine. Proprio come i Romani al tempo del “Vae victis”. La loro città era stata duramente colpita dai Galli, ma fu salvata in extremis da Camillo. “Non con l’oro, ma con il ferro si riscatta Roma”, disse Camillo, annientando il nemico.
E basta con questa logorroica televisione e con giornali e telegiornali, che fanno “audience” con il panorama sconfortante degli effetti negativi della pandemia sulla salute e sull’economia. Lamentazioni di ogni sorta, spettacoli da cantastorie e attacchi alla Don Chisciotte abbondano sugli schermi e sulle pagine. Fino alla nausea. Solo papa Francesco e pochi altri altri personaggi riescono ad aprire il cuore alla speranza. Che fare per allargare gli orizzonti e combattere frontalmente, coraggiosamente e soprattutto uniti? Il Premier Conte invitava spesso ad essere coesi, ma non è stato ascoltato e ha fatto quella fine. Ora cerchiamo di esserlo sul serio. Procediamo compatti e decisi verso una vittoria sicura. Questo è il vaccino più potente che ci possa essere.
Pino Pompilio

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