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CON UN PUGNO DI FARINA E I PRODOTTI DELLA TERRA, ANNA DENTE HA CONQUISTATO LE CUCINE DI TUTTO IL MONDO – UNA CHEF ECCEZIONALE – UN’AMBASCIATRICE UNICA – 25 anni fa inaugurammo il nostro ristorante, l’Osteria di San Cesario. Era il 17 novembre del 1995. Lo feci a posta a scegliere questa data, perché, oltretutto, era pure un venerdì. Bisognava sfatare date ritenute infauste. Infatti, hanno portato fortuna alla nostra avventura. Eravamo una quindicina di persone, amici cari e qualche parente a noi vicino. Nonno Emilio se ne era andato in cielo quattro mesi prima. Vide i lavori per fare il ristorante e li approvò. Altrimenti mia madre non lo avrebbe mai fatto. Mia nonna Maria non era tanto favorevole, ma poi lo diventò. Due giorni dopo, domenica 19 novembre 1995, aprimmo al pubblico. Dopo soli tre anni eravamo conosciuti ovunque. Mia madre, con un mucchietto di farina e un po’ d’acqua, ha conquistato il mondo. Una contadina e macellaia, di un piccolo paese a 29 chilometri a sud-est di Roma, situato tra i Castelli Romani e i Monti Prenestini, ha rilanciato la cucina romano- laziale. È diventata Ambasciatrice delle semplici e genuine specialità della cucina romana in molti paesi della terra. Anna Dente ha fatto di tutto questo un primato apprezzato e le specialità della nostra terra, questa volta, sono state gustate su tutte le tavole di tantissimi paesi. Dopo il Lazio, impazzirono per mamma la Costiera Amalfitana e Napoli, i Piemontesi e i Lombardi. Tutti la proclamarono grande cuoca della tradizione romana. Poi iniziarono a chiamarci all’estero: a Lugano in Svizzera, a Parigi e a Saint Tropez in Francia, nel Principato di Monaco, a Bruxelles in Belgio, a Maishofen in Austria, a Vasteras in Svezia, a Francoforte e Monaco di Baviera in Germania, a Montreal in Canada, a Los Angeles, a Hollywood, a San Francisco, nel New Jersey, a New York negli USA, a Doha in Qatar, a Tashkent in Uzbekistan, a Hong Kong, a Macao e a Tokio in Giappone. E oggi? Purtroppo la mamma non sta bene, la sua situazione, seppure stazionaria, è molto grave. Ci conforta però enormemente l’affetto degli amici e delle amiche che non smettono di starci accanto e che non smetteremo mai di ringraziare. Emilio Ferracci

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