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Non poteva esserci migliore ospite per la ripresa della programmazione degli eventi da parte della Mondadori Bookstore Velletri.

Nel primo appuntamento della stagione autunnale, che prevede tantissimi scrittori, è arrivato il più grande maestro d’avventura italiano, Marco Buticchi. Un gradito ritorno per il suo ultimo successo, Il segreto del Faraone Nero, edito da Longanesi. Un libro che è uscito il primo del mese, il quattro ha fatto tappa a Velletri ed è già in ristampa.

Dodicesima opera dell’autore ligure, narra la storia di Sara e Osvald e, come nello stile di Buticchi, attraversa i secoli: “Mi innamoro di un periodo letterario e lo inserisco nelle mie pagine, è un delirio di onnipotenza. Molti mi fanno notare che la storia è rigorosa, e sono assolutamente d’accordo. Proprio perché c’è bisogno di rigore offre mille sfaccettature, ogni evento ti conduce a un bivio che apre porte diverse con percorsi tortuosi e diversi”.

Ezio Tamilia, nell’intervistare Buticchi, lo ha paragonato ad uno chef che “cucina” i periodi storici trattati, cosa che accade anche in questo caso: “Non amo raccontare le trame dei miei libri, non amo svelarle. Diciamo che anche Il segreto del Faraone nero nasce da una folgorazione. Pensavo all’uomo e al mare, ai tesori nascosti sotto gli abissi, alle domande che nascono dai sognatori e dai bambini, considerato anche che i migliori sognatori sono i bambini…”.

Un salto di secoli per i lettori, nella ricetta vincente di Buticchi, che parte dall’Egitto e arriva in una banca della Germania: “Racconto di un faraone che respinge la minaccia assira con una specie di magia. Sembra che il sovrano avesse un bastone che è lo stesso con cui Mosè aprì le acque. Questo mago-faraone e ben diverso dal giovane apprendista bancario di Hannover che fa un sogno, dove interpella un cristiano e un musulmano su questioni religiose”. “Per gustarsi la lettura ogni tanto si possono chiudere gli occhi e immaginare, ma nel romanzo i riferimenti storici sono precisi”: si salta di secolo in secolo dall’Antichità alla Seconda Guerra Mondiale, fino a sconfinare nell’attualità con i Panama Papers.

Un modo di scrivere che impone anche un lavoro preciso sul linguaggio, che nasce da una meticolosa ricerca delle fonti: “Mi documento sui libri polverosi, sul web, nelle biblioteche, sui saggi: mangio tutto, sono onnivoro, e poi trascrivo le idee”.

Una presenza spesso ricorrente riguarda il Nazismo, come notato da Tamilia: “Vero, è molto presente, ma perché è la follia che ci riguarda da vicino direttamente. La cattiveria gratuita si vede tutti i giorni, anche se la guerra fu l’apoteosi, l’aberrazione del genere umano. Oggi siamo incazzati tutto il giorno a dispetto delle buone maniere, sta accadendo qualcosa che ci riporta verso periodi di estrema tensione e che a me sinceramente fa paura”.

Chiusa la parentesi più strettamente legata al libro, la presentazione si è soffermata su altri romanzi di Buticchi, con aneddoti interessanti riguardanti la sua famiglia (il padre fu il più giovane presidente di una squadra di calcio, il Milan, in Italia) e i suoi rapporti con il mondo del cinema e della letteratura.

Ironica la parentesi sulla stima che Maria Grazia Cucinotta ripone nei confronti del Buticchi scrittore, commovente il ricordo dell’amico Giorgio Faletti. Per il numeroso pubblico accorso in Libreria un ottimo inizio di stagione dopo i fasti di “Velletri Libris”, la rassegna estiva che ancora sta facendo parlare di sé.

Prossimo appuntamento venerdì 12 ottobre, sempre in Libreria, alle 18.30 con il suo ultimo romanzo La notte delle stelle cadenti, edito da Sellerio. Un incontro da non perdere.

Rocco Della Corte

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