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Sabato 2 aprile 2016 dalle 16:00 alle 19:30
Cinema Teatro Principe – Palestrina

famiglie fantasma

È consuetudine parlare delle “persone” con disabilità, gli enti pubblici si occupano di fornire assistenza alla persona in termini di diagnosi e terapie; si cercano le risorse e le abilità personali del soggetto, la scuola più adatta, le associazioni a sostegno; ma si lascia fuori LA RISORSA PER ECCELLENZA: la famiglia.

La persona con disabilità, prima di vivere in una comunità, vive in una famiglia: ha dei genitori e dei fratelli che hanno idee e difficoltà personali e quotidiane legate alla condizione del proprio familiare.

Il “dopo di noi”

Alla domanda “cosa faranno le persone con disabilità dopo la scomparsa dei propri genitori” rispondiamo tutti abbassando lo sguardo con cenno di preoccupazione. Nella nostra testa passano le immagini e le emozioni che, pensiamo, possano coinvolgere i genitori: la preoccupazione, la disperazione nella ricerca di una sistemazione che faccia vivere bene il figlio e che dia serenità a chi si occupa di loro.

Ma in sordina, dietro a tutti questi pensieri, ci sono i siblings (fratelli di persone con disabilità). Quanti interventi educativi si fanno sui fratelli delle persone con disabilità? Quanti studi sono stati fatti sui loro vissuti, sul loro concetto di presa in carico del familiare con disabilità?

Il “dopo di noi” delle famiglie con più figli sembra meno agghiacciante di quello delle famiglie con figlio unico, ma finora nessun intervento di sostegno è stato fatto per sostenere il peso della responsabilità di un fratello disabile. Un rapporto che nasce come “orizzontale e paritario” e che, da un certo punto in poi, diventa “verticale ed educativo”.

Questo convegno vuole parlare di “Famiglie con disabilità”, perché si tratta di prendere in carico le famiglie, per intero, e migliorarne le condizioni di vita all’interno di una comunità pronta, attenta e sensibile.

Il convegno è organizzato dall’Associazione di volontariato Senza Frontiere che nasce con l’obiettivo principale di favorire l’integrazione dei disabili nel tessuto sociale.  I soci dell’associazione si pongono l’obiettivo di creare uno spazio nel quale i ragazzi diversamente abili e non, possano condividere in maniera PARITARIA attività attraverso le quali conoscersi RECIPROCAMENTE.

A Senza Frontiere sono convinti che il volontario non è “colui che si prende cura di…” ma un COMPAGNO con il quale condividere esperienze di vita e CRESCERE INSIEME. 

Vogliono abbattere lo STEREOTIPO che vede il ragazzo diversamente abile come una persona in grado solo di ricevere dagli altri. Le esperienze dei volontari ci hanno mostrato che è vero il contrario: quello che si riceve è molto più di ciò che si dà.

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