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Il Basket Palestrina sta viaggiando alla grande, cinque incontri e altrettante vittorie. L’emozione di Fabiola Cilia è grande ed è consapevole dell’eredità che le è stata affidata. Anche se da piccola ha giocato più con il pallone da Basket che con le bambole, si rende conto di doversi muovere in un mondo prevalentemente maschile. Ma lei di grinta ne ha da vendere. E aldilà del cognome che porta (di chi nella pallacanestro prenestina ha significato qualcosa) sta dimostrando che avrebbe potuto chiamarsi benissimo anche Rossi, Verdi, Esposito o Proietti, ed essere apprezzata per quello che è.

Allora come devo chiamarti Assessore o Presidente? Dato che ti stai mettendo in risalto sia in campo politico che sportivo!

Chiamami semplicemente Fabiola.

Va bene! Innanzi tutto ho visto che avete ingranato la quinta ed ora filate a tutta velocità! Come ti senti?

È difficile spiegare quello che posso provare in questo momento ed altrettanto difficile è raccontare l’entusiasmo che si respira tra gli appassionati della pallacanestro e non solo.

Un entusiasmo che dovrebbe essere di casa per te, visto l’ambiente in cui sei cresciuta.

Da 14 anni la pallacanestro è entrata nella mia vita anzi, a dire il vero, mio padre ancora prima aveva provato a convincermi a giocare ma ai giochi di squadra ed in generale allo sport ho sempre preferito altro. Avevo 11 anni e da allora, domenica dopo domenica, la mia passione cresceva e con quella il mio amore nei confronti non solo di questo sport, ma soprattutto nei confronti della nostra storia, della nostra cultura del cesto. Una storia che dovrebbe essere raccontata anche a chi di sport ne mastica poco, ma tiene a chi ha dato lustro a Palestrina. 

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Mi raccontavano di tanti nomi del nostro basket, mi parlavano di Gigi Stellani, delle partite a Parco Barberini e poi da Rondinella, di Beniamino e dello spareggio a Roseto degli Abruzzi. Sentivo quelle parole e ad ognuna quel mondo diventava sempre più mio.

Quando c’è stato il salto da tifosa a dirigente?

Tre anni fa ho avuto l’onore di essere a capo di questa meravigliosa famiglia e devo dire la verità: non è stato facile. Avevo paura della storia che mi aveva anticipato e avevo paura di non essere all’altezza di quel mondo che pur conoscendolo, non avevo avuto modo di far crescere. Mio padre aveva già fatto tanto e io? Cosa avrei fatto? Ho cercato di capire i meccanismi e di mettermi a disposizione di chi avrebbe potuto indirizzarmi per traghettare questo gruppo verso lidi pieni di allori e riconoscimenti.

Certamente non puoi dire di aver ereditato qualcosa poco costosa! Oggi molti sport sono in difficoltà e si è costretti a muoversi tra mille insidie!

Ci trovavamo in un periodo molto difficile dal punto di vista economico, non solo a Palestrina ma in generale nel mondo dello sport, era da prendere una decisione che ci potesse permettere di andare avanti senza grandi sforzi economici.
L’anno precedente avevo avuto modo di vedere giocare i ragazzi del nostro settore giovanile impegnati nel campionato di C2. Ragazzi formidabili e con un avvenire sicuro. Insomma dei vincitori nati. Allora mi sono chiesta perché non provare?
La società a quel punto decise davvero di puntare sulle proprie forze, di portare avanti il nome di Palestrina. Una squadra con ben 9 ragazzi nati e cresciuti nel nostro basket. Arrivò la prima promozione! Ci sembrava di vivere in un sogno. Un sogno che rischiava di infrangersi lo scorso anno per un inizio alquanto burrascoso. Ma siamo riusciti a mantenere la categoria dando sempre spazio ai nostri giovani ai quali continuo ad essere immensamente riconoscente. Questo anno ci sono stati importanti innesti ed i risultati sono sbalorditivi. E siamo arrivati ad oggi con un avvio di campionato impeccabile che, oltretutto ha richiamato al PalaIaia un pubblico numeroso. Siamo primi in classifica e per adesso abbiamo vinto con grande scarto quasi tutte le gare. C’è entusiasmo da parte di tutti: società, dirigenti, giocatori ma soprattutto tifosi.
Il PalaIaia si riempie ogni domenica di più e le persone sono attente ed appassionate come non lo erano da un sacco di tempo, anche perché ad andare bene non é solo la prima squadra. Anche il settore giovanile va alla grande. Abbiamo all’incirca 160 iscritti, l’under 19 ha già incassato parecchie vittorie, come pure le altre categorie. Siamo portatori sani di sport e credo che questa debba essere la nostra soddisfazione più grande.

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>> Mi piace il tuo entusiasmo.

Sono realizzata e felice e continuerò a lavorare incessantemente affinché il basket possa portare sempre più in alto il nome di Palestrina e soprattutto farò in modo che i nostri giovani continuino a rappresentare la nostra risorsa più importante.
Un ringraziamento speciale va a mio padre per avermi trasmesso questa passione, va a tutti quelli che oramai da 52 anni lavorano o hanno lavorato per questo sport. Ringrazio i dirigenti, ringrazio Mauro Braghese per aver allestito questo fantastico gruppo, Rossella Cecconi perché é il mio angelo custode in questo ambiente, ringrazio tutti gli allenatori della prima squadra e delle altre categorie, ringrazio Gianluca Lulli per tutto quello che ha dato alla pallacanestro da giocatore e per il sogno che ci sta facendo vivere da allenatore.
Ringrazio gli addetti stampa e la stampa per l’interesse e l’affetto che ci dimostra e gli sponsor che ci sostengono e da ultimo ma non assolutamente in ordine di importanza ringrazio i nostri tifosi. Siamo belli e siamo tanti ma questi ragazzi meritano ancora di più perché sono un gruppo meraviglioso, oltre ad essere composto da ragazzi dotati di talento eccezionale ed imparagonabile spirito di abnegazione.

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Un’ultima parola va a Teddy, la nostra ormai insostituibile mascotte, continua a portarci fortuna perché quest’ anno dobbiamo volare.
PA… PA… PALESTRINA

Antonio Gamboni

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