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La Pasqua cristiana è uno dei momenti forti della fede del popolo di Dio ed è anche la festa più importante perché si fa memoria del passaggio (in ebraico Pesach da cui la nostra Pasqua) dalla morte alla vita di Gesù e a vita nuova per tutti i cristiani. Ma una donna di nome Maria ci restituisce tutto il senso del dolore umano: Maria donna piangente ai piedi della croce e “vicino al sepolcro e piangeva”.

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È proprio ricordando la figura di Maria che si prova un senso di rabbia quando passando sotto la Porta del Sole a Palestrina vediamo la  sacra immagine di Maria, oggetto di continui atti vandalici, con ai lati due lampade cadenti, che fanno pensare alle lacrime versate per la morte del figlio. E figli, nostri figli, sono anche gli autori di questi atti vandalici, dalle scritte sui muri, ai vasi di fiori rubati, a usare l’altare e i gradini come panchine, a un quadro distrutto con la preghiera che Papa Francesco ha rivolto a Maria in occasione dell’8 dicembre 2014 a Piazza di Spagna. Più volte le autorità amministrative sono state interessate soprattutto con post di vari gruppi fb di Palestrina e da ultimo con una interpellanza  in Consiglio Comunale presentata dal gruppo Adesso Noi. Ma, nonostante sia passato del tempo, nulla è cambiato.  E pensare che in occasione della Via Crucis del 27 marzo a camminare insieme ai tanti fedeli lungo le stazioni della Passione, passando sotto la Porta del Sole davanti all’edicola sacra, era presente, oltre al Vescovo mons. Sigalini, anche , se in forma privata il Sindaco.

La violenza che si arreca a questo luogo sacro è una ferita che provoca tanto dolore a chi quotidianamente è solito rivolgere una preghiera ogni volta  che vi passa davanti come avveniva in passato e ancora avviene oggi.

Chissà se in occasione della Sacra rappresentazione del Venerdì Santo del prossimo 3 aprile e della Pasqua verrà sanata questa ferita e se i vandali accogliendo le parole del Papa al pentimento capiranno che il rispetto per un luogo sacro così come per qualunque altro luogo è alla base della convivenza civile e del bene comune.

Roberto Papa

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