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Martedì in Comune si è svolta un’importante riunione che ha visto sedere intorno a un tavolo tutte le più importanti realtà “operative” di Palestrina: il Sindaco ed il Vice Sindaco, il Presidente del Consiglio Comunale, alcuni consiglieri di maggioranza e di minoranza, e diversi rappresentanti dei servizi socio sanitari della Città. Il motivo dell’incontro? La Prefettura ha individuato Palestrina come uno dei Comuni che dovrà ospitare un certo numero di persone che hanno ricevuto dall’Italia il diritto di asilo politico. Di tutto questo sappiamo ben poco, la Prefettura non ha fornito ancora alcuna notizia certa. Quello che sappiamo è che, in data da definire, un numero variabile fra le trenta e le centotrenta persone potrebbero arrivare a Palestrina, provenienti da paesi extraeuropei; sappiamo che saranno assistite da una o più cooperative, che avranno vitto, alloggio e servizi igienico sanitari in una delle strutture individuate in città.
Non è una questiona da poco e richiede, senza alcun dubbio, di essere affrontata per tempo, con criterio e competenza, visti anche gli ultimi fatti di cronaca nazionale a riguardo, che delineano un’ imprudenza ed inadeguatezza della linea politica e di gestione adottata da questo governo.
L’Europa come istituzione vuole ignorare il problema della pressione dei flussi migratori, troppo impegnata a fortificare un’Europa delle banche e della finanza. I nostri governi si sono dimostrati sempre troppo sottomessi e poco incisivi nella redazione dei trattati che ci riguardano. Insomma in Europa ci prendono a schiaffoni senza tanti complimenti. Lo Stato si muove fra incertezze, inefficienze, atti d’eroismo e tolleranze verso ignobili vicende. L’argomento è molto delicato, complesso, umanamente rilevante, facile da fraintendere, soggetto alla speculazione politica e all’ipocrisia, per questo motivo noi del Movimento 5 Stelle vogliamo che vada trattato con le dovute cautele e competenze, ma anche con la dovuta sincerità.
Torniamo a Palestrina. Innanzitutto dobbiamo capire di cosa effettivamente stiamo parlando. Praticamente, per ora, non sappiamo niente e dalla Prefettura sono giunte poche notizie. Certo è che bisogna, quanto prima, colmare questa disinformazione per non dare spazio al “si dice”, alle supposizioni, all’ostilità. Prima cosa da fare: chiediamo che la Prefettura rapidamente dica alla cittadinanza e alle istituzioni locali quanti siano i rifugiati che dovranno arrivare, per quanto tempo rimarranno, dove verranno ospitati e come intenda garantire l’idoneità e la qualità delle strutture e dei servizi di accoglienza, quale progetto d’integrazione abbia elaborato per loro, quale cooperativa sia stata individuata per assisterli ed, ancora, quali figure professionali saranno impegnate. Non si discute, chi ha bisogno di aiuto deve essere aiutato, e per farlo la Prefettura, ovvero, lo Stato deve coinvolgere la politica e le parti sociali della città per tempo, al fine di permettere loro di attivarsi, secondo propria competenza, per tutelare i diritti socio sanitari di tutta la comunità, cittadini e rifugiati politici. Diciamo questo perché dalla riunione di martedì è emerso, sempre in maniera fumosa, che l’assistenza ai rifugiati verrà gestita da una cooperativa, scelta e valutata nell’operato dalla Prefettura. Comune, Croce Rossa, Caritas, associazioni, saremo tutti tagliati fuori dai momenti decisionali e di controllo. Questa sarà anche la procedura usuale, ma non ci va bene per niente. Quello che accade dentro il centro per i rifugiati riguarda tutta la comunità, non possiamo pensare di essere esclusi da una verifica della qualità del lavoro svolto dalla cooperativa, naturalmente questa valutazione la dovranno fare figure professionali competenti come i Servizi Sociali e la Polizia Locale. Questo lo diciamo anche a vantaggio dei rifugiati stessi, troppe volte abbiamo visto organizzazioni che hanno tratto profitti altissimi dalla gestione di questa emergenza, offrendo servizi indegni per un paese civile. Questo non deve accadere, le cooperative scelte saranno certamente adeguate e non sarà un problema se vorremo conoscerne l’operato e verificarne la qualità, anche nell’ottica di presentare proposte che arricchiscano il programma di integrazione adottato. Noi del M5S collaboreremo in ogni modo e con tutte le strutture locali per garantire che questa integrazione rispetti i diritti dei rifugiati politici e, di conseguenza dei cittadini, che ci siano risultati concreti e che nessuno ci lucri sopra. Il M5s è un movimento di cittadini intenzionati a fare dell’Italia un paese pulito e trasparente, dove la cittadinanza possa partecipare su tutti gli argomenti che la riguardano direttamente. Per riassumere: siamo cittadini e non sudditi, diamo fiducia, ma vogliamo controllare.

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