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6 marzo Giornata europea della Logopedia

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Tutti conoscono la dislessia ma pochi sanno che uno dei disturbi del linguaggio più diffusi è un altro: la disprassia. Di questa sindrome che rende difficili anche le azioni e i gesti quotidiani più semplici, provocando così un ritardo nell’acquisizione delle tappe di sviluppo motorio o del linguaggio, soffrono in Italia circa cinque, sei bambini su 100, ed è per questo che la Federazione logopedisti italiani (fli.it) ha deciso, quest’anno, di dedicare la giornata europea della logopedia (6 marzo) proprio a questo disturbo.

Il problema di questi bambini è dovuto all’inefficienza di alcuni neuroni del cervello (i cosiddetti “neuroni motori”) nel trasmettere le giuste informazioni ai muscoli, deficit che può interferire con diverse abilità, dal parlare al disegnare allo scrivere e al giocare, causando un ritardo nell’acquisizione delle tappe di sviluppo motorio o del linguaggio.

Goffaggine, semplificazione e povertà delle azioni motorie sono dunque solo alcuni dei problemi che i piccoli con disprassia devono affrontare e il disturbo infatti può coinvolgere sia l’abilità motoria sia i movimenti utili alla comunicare verbale.

La campagna di sensibilizzazione “Parole in movimento” verrà lanciata dal 3 al 10 marzo e per tutta la settimana esperti logopedisti saranno on-line dalle 10 alle 12 al numero 049.8647936, aiutando le famiglie a capire come mai i “neuroni motori”, fra i responsabili dei nostri movimenti, possono perdere efficacia nel trasmettere i giusti messaggi al corpo, input indispensabili per la coordinazione e la sequenza dei movimenti.

La disprassia non ha però niente a che vedere con i deficit delle facoltà intellettive e cognitive, ed è un disturbo tutto sommato oscuro, le cui cause sono ancora in gran parte ancora sotto osservazione. La campagna trova la sua ragion d’essere proprio in questa parziale mancanza di risposte scientifiche e nel fatto che più che dimostrati sono, di contro, i benefici derivanti dal percorso logopedico e dai programmi di riabilitazione mirati al recupero verbale e all’apprendimento motorio del bambino.

«Chi ha un bambino con sospetto di disprassia – spiega Tiziana Rossetto, presidente della Federazione logopedisti italiani – è bene che si rivolga al pediatra o a un centro di neuropsichiatria infantile, dove l’esecuzione di test mirati all’età aiuteranno a escludere o a confermare la diagnosi, così da intraprendere un percorso riabilitativo a cura del logopedista».

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