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Nessuno l’avrebbe creduto, ma questa volta la festa del Santo Patrono un certo successo lo ha avuto. Martedì 26 e mercoledì 27 sono stati due giorni intensi di avvenimenti. Il la ai festeggiamenti lo hanno dato la Banda Musicale Comunale e le Majorettes, che hanno girato per le vie del paese, per arrestarsi, infine, sulla piazza Giulio Cesare, in attesa della processione. In chiesa messa solenne con notevole partecipazione dei fedeli.

Ha celebrato Don Marco, che nell’omelia ha messo in evidenza l’essenza della giovane vita del Martire di Terracina, “che ha detto sì a Dio e no al male. Per essersi opposto con determinazione ai sacrifici umani dei pagani è il motivo per cui è stato ucciso”. Don Marco ha inoltre affermato che :” non è la lunghezza della vita a rendere grandi le persone ma osservare gli insegnamenti del Vangelo senza riserve e fino al supremo sacrificio”. Poi la processione con la statua e la reliquia di San Cesareo. Al seguito le Autorità, la Banda e il popolo.

A chiusura della prima giornata esibizione del Complesso “I Figli delle Stelle” e cena sotto le stelle con le specialità degli stand gastronomici. Il tempo ha consentito lo svolgimento delle manifestazioni e il godimento delle due serate. Il giorno dopo pressoché un bis del 26, fatta eccezione della Banda e della processione. Sul palco il fantasista Alessandro Prelli. Travolgente il suo spettacolo di musica, canzoni, balli. Prelli suona magistralmente l’organetto, ma non ha difficoltà con la fisarmonica, con la tromba, con la chitarra e con altri strumenti. Minor seguito hanno avuto i ragazzi di DJ-Set sul piazzale dell’Autonomia. Lorenzo, Matteo ed Elena hanno appassionato giovani e meno giovani con gli scatenanti ritmi da discoteca.

 

Per la prima volta a San Cesareo i TATANKA, una riproduzione di un villaggio indiano con rodeo, Live Music e gadget interessanti. Grandi e piccoli si sono divertiti un mondo a domare un cavallo meccanico che disarcionava chiunque lo montasse. Al termine delle celebrazioni e fuori programma un mini fuoco d’artificio. La chiesa è rimasta sempre aperta e un costante via vai ha caratterizzato la devozione crescente a San Cesareo, un Santo ancora poco conosciuto. Di Martiri giovani ce ne sono tanti (vedi Sant’Agapito a Palestrina e Santa Margherita a Olevano), San Cesareo è fortunato ad avere quel Martire, che è stato precipitato, chiuso in un sacco, a Terracina, nel primo secolo dell’era cristiana.

 

Il Comune, la Parrocchia e l’Associazione “Pegaso” si sono mossi in sintonia. In periodi di crisi una festa così sarebbe stata cosa di altri tempi. Invece non è mancata neppure l’illuminazione, ridotta sì, ma pur sempre caratterizzante un lieto evento. Tanti anche gli sponsor, commercianti e gente di buona volontà, che hanno dato la propria disponibilità. Il Presidente della “Pegaso”, Felice Ponzo, ringrazia tutti.

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Di Pino Pompilio

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