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SAN CESAREO 1Il giorno 28 luglio 2016 si è tenuto a San Cesareo un Consiglio Comunale nel quale si discutevano e approvavano le variazioni del bilancio 2016.

Come anticipato nel precedente consiglio comunale del 26 luglio, venivano quindi eliminate, dalle voci di previsione di entrata, quelle relative al contributo derivante dall’attività di cremazione (si prevedeva la cremazione di circa 1.000 salme da giugno a dicembre che sarebbero diventate 2.000 dall’anno successivo).

Nonostante le dichiarazioni di soddisfazione del Sindaco Pietro Panzironi che con questa azione conferma della volontà dell’Amministrazione di fermare il progetto del forno crematorio. Le variazioni di bilancio sono un atto dovuto quando le entrate preventivate non si realizzeranno. Sulla questione è pendente, infatti, non solo la volontà della cittadinanza (3.200 firme raccolte in pochissimo tempo ) ma anche il ricorso al TAR che la Società CO.GE.GO ha prodotto nel mese di giugno avverso l’ordinanza di sospensione dei lavori del forno crematorio.

Ricorso che, come ha dichiarato lo stesso Sindaco, può durare anni. Era quindi obbligatorio, oltre che opportuno, stornare le somme preventivate poste nel bilancio di previsione.

Nel corso della prima seduta del 26 luglio, il consigliere di Minoranza Emilio Montagner leggeva l’interrogazione del gruppo PD nella quale si chiedeva quali provvedimenti l’Amministrazione intendesse prendere nei riguardi dei funzionari responsabili del project financing nonché firmatari del contratto di concessione del cimitero e dei servizi cimiteriali (Dirigente Maia e Segretario Generale del Comune Migliore) a seguito delle lettere inviate alla CO.GE.GO e dalle quali emergevano fondate irregolarità (da cui scaturì l’interrogazione parlamentare del senatore Augello).

Infatti se non ci fosse stato il tumulto popolare e la sospensione dei lavori, a San Cesareo difficilmente sarebbero venute fuori le irregolarità che solo ora i funzionari tirano in ballo .

Entrambi i consigli si chiudevano con gli interventi dei cittadini presenti i quali esponevano e chiedevano lumi al Segretario Comunale sulle irregolarità evidenziate nelle lettere. Alle richieste il Segretario rispondeva in modo vago e approssimativo specificando che ad una eventuale vittoria della Società Co.Ge.Go del ricorso presentato al TAR, il Comune avrebbe risposto con una successiva ordinanza di sospensione. Appare inoltre discutibile la scelta di non costituirsi in giudizio a difesa dell’ordinanza di sospensione emessa dal Sindaco.

Anche in considerazione di alcuni pareri favorevoli alla costruzione del forno crematorio espressi da alcuni consiglieri comunali, si può chiaramente dedurre che la via intrapresa, nonostante le rassicuranti parole del Sindaco, è contraria a quella indicata dagli oltre 3.000 cittadini di San Cesareo che continuano a chiedere lo stralcio o revoca della delibera.

Antonio Gamboni

 

 

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