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“LA BANDA DEI BUCHI” ARRECA GRAVI DANNI A 5 NEGOZI

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L’evoluzione della specie interessa anche il genere ladri. Una volta, a partire dagli anni ’60, si parlava della Banda del Buco, esperta nel prosciugare i caveau delle banche, raggiungendoli non scassinando porte, ma praticando buchi nei pavimenti e nei muri adiacenti. Ora, visto quello che è successo ai negozi del vecchio centro commerciale di San Cesareo, si va al plurale: “ La Banda dei Buchi”.

Dovevano essere ben organizzati e in numero sufficiente a compiere un notevole lavoro. Un vicino ci ha detto che prima delle 22 lui era lì e sicuramente si sarebbe accorto di quello che stava succedendo. A nostro avviso, l’epica impresa è iniziata intorno alle ore 2 di giovedì 22 settembre 2016. Sono arrivati con almeno due mezzi da carico e armati di robuste mazze, forse anche picconi, piedi di porco, tronchesi e altri aggeggi del genere.

Il tutto è incominciato dove una volta c’era il negozio di cucine e poi quello dei cinesi. Qui è ancora visibile, dietro le grate di una serranda, una porta a vetri forzata e rimasta semiaperta. Una volta entrati, sono scesi dalla scala interna che porta ai piani inferiori. Giunti al primo locale sottostante, bisognava passare a quello successivo. E come? Facendo un bel buco. Il passaggio è aperto. Avanti verso la meta.

Il negozio è vuoto. C’è il cartello “Affittasi”. Nessuna difficoltà nel procedere. Alla seconda tappa un altro varco nel muro. E così, di buco in buco, di tramezzo in tramezzo, siamo arrivati al negozio preso di mira. Infatti, con la sesta “finestra” aperta siamo, finalmente, al Video Master di De Angelis, pieno di elettrodomestici, telefonini, televisori, computer ed altro.

Si fa man bassa di tutto ciò che è più facilmente trasportabile. Invece nel locale dove ci sono materassi, divani e roba del genere, qualcuno ci ha fatto un pensierino. Avrà detto questi due materassi sono comodi e mi servono. Me li porto via, tanto sono gratis. Considerata la merce dell’attività del locale “Fuori di… Festa” e il dislivello con quello contiguo, il buco d’ingresso è stato fatto in alto, rovesciando scaffali colmi di oggetti.

I signori visitatori hanno trovato, a portata di mano, una scala a libretto. Ha facilitato la salita per il ritorno e per di più carichi della mercanzia presa senza contanti e senza carte di credito. Si sono portati via anche la cassettiera del registratore di cassa e una buona scorta di schede telefoniche. Merce che non è stata apprezzata. L’hanno ritrovata i Carabinieri dietro un canneto e una recinzione abbattuta.

Doveva esserci anche una manovalanza di rinforzo, arruolata per il colpaccio. Non contenta, per la rabbia di non aver guadagnato a sufficienza, ha sparso dovunque ciò che era stato dato come ricompensa.

Ci risiamo. La cronaca di furti, di rapine, di uccisioni, di fatti sconvolgenti e rivoltanti non è mai a secco. C’è sempre da raccontare. All’infinito. Lo Stato, purtroppo, non mostra alcun interesse a farla finita con questa barbarie. La catena del pianto incomincia da lì. Cari cittadini, cercate di cavarvela da soli.

Pino Pompilio

 

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