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4 LUGLIO 2007 – 4 LUGLIO 2017

     Sono già dieci anni dall’alba di quel 4 luglio del 2007, giorno in cui l’allora App. Roberto Sutera, in forza alla caserma dei Carabinieri di San Cesareo, ha compiuto un gesto che solo un fedele all’Arma poteva fare. E’ andato fino in fondo nell’adempimento del suo dovere. Ci ha rimesso la vita.

Oggi più onori e amore per lui. Prima tutti in chiesa, poi nel cortile della caserma, dove è posto il suo monumento. Ha celebrato la santa messa il cappellano militare, Don Donato. Nell’omelia il sacerdote ha detto, in un suo passaggio: “Dio, per migliorare il mondo, si serve di uomini coraggiosi come Roberto”.

Il Comandante del 3° Gruppo di Roma Sud a Frascati, Ten.Col: Stefano Cotugno, in sintonia con Don Donato, nel suo intervento, ha detto: “I Carabinieri sono capaci di gesti eroici. E’ nel loro spirito di servizio. Sarebbe, tuttavia, auspicabile che non accadessero simili tragedie. Provocano un vuoto incolmabile tra commilitoni, per lo più amici. Immaginiamo, poi, quello che provano le loro famiglie”.

Schierati nel cortile della caserma il picchetto d’onore, i Carabinieri sia della caserma intitolata a Roberto Sutera, sia quelli provenienti dal 3° Gruppo di Roma Sud, sia quelli delle stazioni della Compagnia di Palestrina, comandata dal Capitano Grazia Centrone. Il Maresciallo Daniele Esposito, Comandante della locale Caserma, ha fatto gli onori di casa.

Hanno preso parte alla cerimonia, sia religiosa che commemorativa, innanzitutto i genitori e i famigliari di Roberto, il Sindaco, Pietro Panzironi, il Gen. Pirrera, gli Assessori Massimo Mattogno, Achille Mastracci, Adriano Bianchi e l’Associazione Nazionale dei Carabinieri, sezione sia di Palestrina che di Zagarolo-San Cesareo.

La giovane figlia di Roberto, Anna, ha letto la preghiera del Carabiniere e la lettera scritta insieme alla sorella e rivolta al suo papà. Ancora oggi le sue figliole, diventate ormai ragazze, sentono la sua mancanza, ma mettono in pratica gli insegnamenti ricevuti. Il padre ne sarebbe stato orgoglioso. I presenti hanno espresso la loro commozione con un caloroso applauso.

Toccante il momento della deposizione della corona al monumento dell’Eroe, la benedizione di Don Donato e l’affettuoso saluto da parte dei genitori, del Sindaco e delle autorità.

Il collega di Roberto, Francesco Denaro, sopravvissuto al fatale incidente, è quello che abbiamo visto più visibilmente più emozionato, ma sereno e orgoglioso per gli onori, la stima e l’affetto che tanta gente ha ancora per l’amico Roberto. Passa il tempo, però l’antico rapporto resta intatto.

                                                                                                                   Pino Pompilio

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