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MATTIA: “PREOCCUPAZIONE PER RICADUTE NEL LAZIO”

La commissione Lavoro del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Eleonora Mattia (Pd), ha incontrato oggi in audizione il responsabile relazioni industriali di TIM Spa, Giuseppe De Paoli, sulla situazione del personale, dopo l’annuncio dell’azienda di fare ricorso alla Cassa integrazione straordinaria (Cigs) di 12 mesi per oltre 29mila lavoratori, di cui più di 11mila nel Lazio. Previsti, tra un anno, circa 4.500 esuberi.

“Abbiamo voluto questa audizione, nonostante siamo in sessione di Bilancio, perché siamo molto preoccupati per la sorte di tutti questi lavoratori – ha dichiarato Mattia al termine dell’audizione – ma anche per le ricadute sul territorio laziale in termini economici e sociali, nonché per le conseguenze negative che potrebbero colpire tutto l’indotto che ruota intorno alla Tim SpA”.

“Abbiamo ascoltato in commissione il dott. De Paoli, che ringrazio per la disponibilità, parlare di cassa integrazione dovuta a un processo di riorganizzazione e non per una crisi aziendale”, ha proseguito la presidente della IX commissione. “Se da un lato questo può essere visto come un elemento positivo, perché vuol dire che l’azienda non è in crisi, dall’altro rappresenta comunque un problema enorme per tanti lavoratori, anche perché la riorganizzazione di cui ci hanno parlato sembra interessare la chiusura di due sedi molto importanti della Tim a Roma e lo spostamento di migliaia di lavoratori in altre sedi. Si tratta evidentemente di un ulteriore grave disagio per tante famiglie romane e laziali”.

“In attesa degli sviluppi della vertenza e del tavolo di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico tra azienda e sindacati – ha concluso Eleonora Mattia – in piena sintonia con l’assessore regionale Di Berardino, offriamo alle parti anche il ruolo della Regione e della commissione che presiedo come ulteriori luoghi istituzionali di confronto e di mediazione, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori e le sedi di Roma e del Lazio, affinché si possano trovare soluzioni alternative alla Cassa integrazione e per contenere esuberi e disagi provocati dalla riorganizzazione in essere”.

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