Sharing is caring!

Chi è stato il Sindaco più votato d’Italia? E’ Gianpaolo Nardi, il Sindaco di Castel San Pietro Romano che alle comunali di maggio ha raggiunto il 98,2% dei consensi.

Su 872 abitanti ha preso tutto lui, fuori da questo raccolto sono rimasti nemmeno una decina di voti: un primato nazionale di cui nessuno ha parlato. Più che un’elezione è stato un vero e proprio plebiscito, anzi un’ovazione del suo piccolo popolo. Dovrebbe entrare nel Guinness dei primati.

Nelle elezioni di 5 anni fa, quelle che l’hanno fatto diventare Sindaco per la prima volta, aveva avuto “solamente” il 53,9% dei consensi. A maggio, questa volta, è stato scelto anche da quelli che nel 2014 non l’avevano votato, segno evidente che il suo lavoro di Sindaco ha convinto davvero a tutti.

Sindaco Nardi, come spiega questo successo,anzi questo primato?
E’ frutto di un lungo percorso di ascolto e coinvolgimento. Non è la mia vittoria o un mio primato. E’ la Comunità ad aver vinto perché ha dimostrato di voler essere unita e forte. Ho sempre detto di voler fare il Sindaco ascoltando tutti e lavorando per la Comunità. A parte le cose fatte, si è creato davvero un bel rapporto con tutti. In 5 anni ho cercato di rompere tutti gli schemi che c’erano in passato. Abbiamo rotto le fazioni, ascoltando e parlando con tutti, incontrandoci, e senza mai negarci. Abbiamo deciso sempre e non siamo mai rimasti nell’ambiguo. Quindi credo che questo grande risultato, francamente non mi aspettavo una tale cifra, sia frutto del lavoro fatto quotidianamente. Perché se si vuole davvero fare una cosa si riesce, sempre. Da quando esiste l’elezione diretta del sindaco a Castello le elezioni, specie nei primi mandati, si vincevano per una manciata di voti ( nel 2004 il Sindaco vince per soli 3 voti). Il massimo nel secondo mandato era stato il 64,5%. Credo che oggi, insieme a tutta la comunità, abbiamo scritto una bella pagina della storia di Castel San Pietro Romano raggiungendo un consenso epocale: 98,2%.

Quali problemi aveva Castel San Pietro quando, cinque anni fa, divenne Sindaco?
Castello era un paese fermo. Pensi che il mio predecessore era un Commissario prefettizio, quindi il Comune era commissariato. Anche dal punto di vista turistico non era un buon momento. Serviva una svolta che ci consentisse di farci conoscere. Era necessario creare un paese inclusivo ed innovativo. Credo che ci siamo riusciti e continueremo a lavorarci. Eravamo invasi da rifiuti con la raccolta differenziata al 5%, oggi siamo al 70% e siamo uno dei 50 comuni “RICICLONI” (tra i più virtuosi del Lazio). Insomma Castel San Pietro andava rilanciato e curato, ma soprattutto aveva bisogno di essere più Comunità. Nel tempo ho capito che le persone guardano molto al Sindaco, è una grossa responsabilità, non è facile anche in un piccolo comune svolgere questo ruolo. Ma negli anni si è creata un’intesa stupenda.

Come ha risolto questi problemi?
Abbiamo fatto il massimo con le poche risorse a disposizione. Pensi che negli ultimi 10 anni sono stati effettuati tagli sui trasferimenti agli Enti Locali per circa 41 miliardi di euro. Siamo usciti dalla partecipata che gestiva per conto del Comune la gestione dei tributi. Abbiamo “internalizzato” il servizio con un risparmio di spesa enorme del comune e soprattutto la scelta ha prodotto un’impennata delle riscossioni. Abbiamo avviato servizi e realizzato tante opere. Nel 2015 e 2016 con il recupero e il restauro delle facciate del centro storico e l’avvio della differenziata siamo riusciti a rilanciare l’aspetto estetico e attrattivo del paese. Poi ovviamente c’è stato un grande lavoro del nostro mondo associazionistico sempre attivo e dinamico. Il riconoscimento più grande è arrivato nel novembre 2017, dopo la candidatura e due anni di valutazione sia del borgo che delle azioni messe in campo dalla nostra Amministrazione, siamo stati proclamati “Uno dei borghi più belli d’Italia”. Appartengono a questo club soltanto 250 comuni in tutta la Penisola. Questo riconoscimento, oltre al prestigio, sta offrendo un notevole impulso al turismo e quindi all’economia locale. 5 anni fa le attività chiudevano, oggi continuano ad aprire e soprattutto offrono prodotti di qualità guardando e pensando al turista. Credo che nel giro di un altro paio di anni i risultati saranno strepitosi. Nel fine settimana Castello è sempre pieno di persone; ne siamo contenti, vogliamo che sia vivo.

Durante questo mandato quali questioni pensa di affrontare?
Penso che abbiamo gettato delle basi importanti, ora è necessario rendere questo rilancio strutturale. Castello ora è una comunità unita per questo è necessario pensare ad un piano che riesca ad accogliere bene il visitatore. Vogliamo aiutare le nostre attività che hanno sofferto per troppo tempo, incentiveremo ancora di più l’attività del Museo Diffuso che abbiamo istituito due anni fa, coglieremo tutte le occasioni offerte dall’importante certificato raggiunto. Allo stesso tempo però vogliamo continuare ad essere l’Amministrazione delle piccole cose perché questa è stata la caratteristica più importante. Da qui ad un anno concluderemo tre importanti opere ma continueremo anche a garantire anche le piccole manutenzioni. Non sempre riusciamo con i fondi comunali, per questo ci siamo dotati di un albo di volontari civici; continueremo a tirare su le maniche e a lavorare per tutto Castello: centro storico e frazioni.

Però, se guardiamo l’affluenza dei votanti nel 2014 è stata del 91,65%, a maggio di quest’anno è scesa all’87,39%. Sono percentuali di partecipazione ancora molto alte rispetto al resto dell’Italia, però indicano una tendenza di sfiducia nella politica. Come interpreta questi numeri?
La sfiducia nella Politica è innegabile. Però ho imparato una cosa: sono stato eletto la prima volta a 26 anni e alla nostra generazione hanno sempre fatto credere che era tutto marcio. Invece è importante dare un messaggio di fiducia ai giovani e a tutti i cittadini: le partite del cambiamento si vincono solo se si ha il coraggio di giocarle, chi si tira fuori non contribuisce. Le nostre comunità sono fatte di persone non di numeri e siamo tutti corresponsabili. A Castello la partecipazione, in una giornata di pioggia e maltempo, è stata altissima. Per questo ringrazio davvero con il cuore tutti gli elettori. Farò il Sindaco h24 perché non mi piacciono le cose fatte a metà. Questo è un servizio a tempo determinato e farlo dopo aver ricevuto una percentuale così alta è un impegno ancora più gravoso. Mi sento responsabile e onorato. Darò il massimo con tutta la mia bellissima squadra. Uso spesso questa parola perché nell’amministrazione, come nel calcio, le partite non si possono vincere da soli.

Cosa pensa di fare, quest’anno, per l’annoso problema degli incendi boschivi che già tanti danni hanno causato?
Prevenire. Abbiamo appena approvato in Giunta il piano antincendio boschivo. Abbiamo un gruppo di Protezione Civile molto strutturato; credo uno dei più efficienti della Regione Lazio: l’associazione Monti Prenestini. Ogni giorno dal 15 giugno al 15 settembre presidi fissi antincendio anche sotto la montagna. Certo la nostra posizione non ci aiuta ma con il Piano antincendio ci prepariamo a tutto per garantire tutela al territorio e sicurezza delle persone. Ogni emergenza non può essere gestita se non si sanno quali sono i passi da fare ed è giusto mettere in fila i concetti di prevenzione, programmazione ed azione. Lasciatemi dire un’ultima cosa Grazie di cuore per l’attenzione, continuate a seguire Castello, è l’unico paese del territorio prenestino tra I Borghi più belli d’Italia e può essere un vanto e un vantaggio per tutto il comprensorio. Grazie

Claudio Pellegrini

Comments

comments