Sharing is caring!

Alcuni anni fa chiesi all’amministrazione comunale di proporre la città di Palestrina nella prestigiosa Lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Purtroppo, non seppe cogliere un’opportunità che avrebbe cambiato il volto della città.  Palestrina che ha un potenziale enorme, ma mai sfruttato fino in fondo, questa iniziativa poteva rappresentare il punto di svolta per l’intero territorio prenestino.

images


La finalità della candidatura era quella di sottolineare il valore dell’unicità della città, per il suo patrimonio monumentale che è tra i più impressionanti del mondo antico, per lo stato di conservazione, il valore estetico ed artistico e l’importanza storica. Inoltre, numerosi monumenti della città antica si conservano nell’area urbana, inseriti nel tessuto abitativo attuale, in modo da caratterizzare fortemente la città moderna e connotarla come poche altre nel Lazio. Oltre al Museo Archeologico ed al Santuario della Fortuna Primigenia, altre aree archeologiche rappresentano una testimonianza unica in Europa e nel mondo, degne di essere segnalate quale simbolo di un periodo storico e culturale da tramandarsi alle generazioni future quale patrimonio dell’umanità.

10535671_10202012091777724_63471651617147998_o
Il riconoscimento del marchio Unesco è senza ombra di dubbio, il mezzo più appropriato per coniugare le esigenze di salvaguardia del patrimonio storico, culturale e naturale con le esigenze dello sviluppo economico, culturale e sociale della popolazione. Conciliare le concessioni edilizie con la “tutela” è probabilmente il motivo che ha indotto l’amministrazione comunale di Palestrina ad abbandonare la candidatura a Patrimonio dell’Umanità.

L’area prenestina non è mai riuscita a sottrarsi al cemento nonostante i vincoli imposti dalla presenza di importanti resti archeologici che fanno di Palestrina una testimonianza unica in Europa e nel mondo.
Il riconoscimento della città a patrimonio dell’umanità poteva rappresentare un grande volano per il rilancio del turismo e dell’economia della città.

L’assoluta mancanza di contatti con i tour operator della zona, la penuria di strutture ricettive, la storica carenza di iniziative private e pubbliche hanno favorito negli ultimi anni un decremento di flussi di visitatori che soltanto in occasione di ricorrenze estive e feste popolari gli indici di ricettività hanno mostrato una lieve inversione di tendenza. Il numero di visitatori nel Museo Archeologico Prenestino si è dimezzato a causa del minor afflusso di turisti ma anche degli scarsi servizi e della poca elasticità nelle aperture.

Palestrina-Palazzo-Colonna-Barberini

E’ per questo è importante che l’amministrazione torni dietro sui suoi passi e si adoperi per far sì che Palestrina venga inserita nel novero delle città ritenute “Patrimonio dell’Umanità.
Si tratta di una proposta da incoraggiare e appoggiare, con l’aiuto e la collaborazione di tutti ma anche con il contributo di idee, di conoscenze, di passione delle associazioni ambientaliste e più in generale di tutti coloro che a Palestrina hanno fatto importanti e motivati investimenti affettivi.


E’ chiaro che diventare patrimonio dell’Unesco non è solo un riconoscimento, ma uno sprone a profondere maggiori sforzi in un’ attività di rilancio turistico della città in ambito nazionale ed internazionale.

Di Mario Petrelli

Comments

comments