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Viaggio in Spagna, poesia e riflessione

Un match d’autore pieno di pathos quello che ha avuto luogo a Paganico domenica scorsa, con l’organizzazione dell’Associazione Culturale Artè. Pablo Picasso, l’inventore del cubismo, e Pedro Salinas, un poeta delicato e profondo, si sono “sfidati” grazie alla retrospettiva letteraria di Carla Petrella, direttrice artistica di questi appuntamenti letterari, e alla voce delle lettrici Alessandra Mattoccia, Gloria Abbafati ed Helenia Brunetti.

Un viaggio verso la Spagna di inizio Novecento per conoscere due innovatori, che si intrecciano grazie ad una felice coincidenza: la fondazione Eidos, presieduta dal dottor Patrizio Caporro, ha infatti preso parte all’evento mettendo a disposizione dei preziosi e straordinari cimeli (un originale di Picasso, una prima pagina della Fiera letteraria diretta da Vincenzo Cardarelli dedicata a Salinas, una foto di Picasso con la sua compagna) arricchendo il pomeriggio di Paganico.

Ad introdurre l’iniziativa e ringraziare proprio la Fondazione Eidos è stato Giorgio Montegiorgi, mentre sullo sfondo scorrevano, proiettati, alcuni dei quadri più belli di Pablo Picasso. Un accostamento, quello tra l’artista e lo scrittore, che diventa calzante nella poesia: se il maggiore esponente del cubismo ha traslato in versi, ricevendo talvolta anche l’accusa di essere sgrammaticato, gran parte delle sue sensazioni pittoriche, Salinas ha invece reso al meglio e con una poesia dolce le sensazioni di tutti i giorni.

Entrambi uomini impegnati (celebre fu la risposta in merito alla famosissima opera, Guernica, che Picasso diede ad un militare: “Avete fatto voi questo orrore?”, chiese il graduato riferendosi in maniera dispregiativa al quadro, e Picasso rispose con grande compostezza: “No, lo avete fatto voi”), vissero in un periodo cruciale per la Spagna, che si avviava all’interminabile regime franchista. Non sono mancati gli accenni alla biografia più privata dei due, con quel pizzico di “gossip” che se si discosta dall’ufficialità letteraria non manca di suscitare il vivo interesse dei presenti. A tema anche l’accompagnamento musicale, eseguito da Antonio Cristiano Grillo alla chitarra, utile nel fare da giusto sottofondo alla lettura delle poesie eseguendo alcuni brani di Andrès Segovia.

Due autori da scoprire, soprattutto per gli aspetti meno noti della loro esperienza letteraria e poetica. Se, infatti, Picasso è il pittore per antonomasia, riscoprire dei versi così intrisi di interrogativi complessi come quelli di Sogno e menzogna di Franco («Fandango di civette salamoia di spade di polpi di malaugurio strofinaccio di peli di tonsure ritto nel centro di un tegame a coglioni nudi […]») letta con carisma e maestria da Carla Petrella dà la cifra della complessità intellettuale dell’artista.

Di contro Salinas, delicato e soave nelle sue composizioni, arriva dritto al cuore, come il Non ti vedo contenuto nella raccolta Presagi: «Non ti vedo. So bene che sei qui, dietro una parete fragile di calce e di mattoni, alla portata della mia voce, se chiamassi. Ma io non chiamerò […]». Al termine della serata, fatti i dovuti ringraziamenti al numeroso pubblico (sala piena e solo posti in piedi), spazio al ricco buffet, mentre il primo trittico di appuntamenti ha riscosso il successo sperato.

L’Associazione Culturale Artè è già in moto per la prossima iniziativa: il 31 maggio, giovedì, al Teatro Tognazzi andrà in scena con A porte chiuse di Sartre e già cresce la curiosità per una piece tutt’altro che semplice. In programma, con tutta probabilità, anche un ultimo aperitivo letterario per concludere una primavera entusiasmante.

Rocco Della Corte

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