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CALICI DI STELLE CON MIGRARE RESTARE:  PIACE IL VINO CHE INCONTRA LA CULTURA 

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Con la presentazione di ieri sera in piazza Romolo Fulli, a Serrone, ha preso il via il programma di eventi che porterà il Sistema Archivistico Intercomunale (Sai) di Acuto, Paliano, Piglio e Serrone a stretto contatto con i cittadini dei quattro comuni di riferimento.

Nell’ambito della manifestazione Calici di Stelle, realizzata in collaborazione con la Strada del Vino Cesanese (con la partecipazione delle tre aziende locali, Giovanni Terenzi, Mario Terenzi e Rapillo, del Bar Lazio, dei ristoranti Belsito e San Michele e della macelleria Minori), tante le persone che hanno avuto modo di conoscere il lavoro svolto dal Sai con il progetto Sai 100, presentato dal direttore del Sistema, dottor Albino Lucarelli, insieme al personale di Lazio Crea Spa e all’assessora alla cultura di Serrone, Antonietta Damizia. Un evento completato dalla mostra di Emanuela Cadrini con le atmosfere dei Flyng Blues.

Dopo il successo riscosso al Salone internazionale del Libro di Torino, con una presentazione presso la stand della Regione Lazio che ha interessato anche il Cnr, anche i residenti hanno oggi la possibilità di conoscere i contenuti del volume “Migrare Restare”, scaturiti dalla ricerca del gruppo scientifico del Sistema, che mira a rendere fruibili alla comunità aspetti fondamentali della storia e delle tradizioni del territorio sia sfogliando direttamente il libro, sia attraverso una brochure di facile fruizione realizzata ad hoc.

“L’importanza di Migrare restare per il nostro territorio – ha ribadito ieri Lucarelli in piazza a Serrone – è legata al fatto di riuscire a mettere in evidenza queste furono segnate da una serie di migrazioni e di ritorni in patria dovuti a motivazioni di carattere economico e sociale. In pratica le fughe di ieri dalla terra natia sono messe in costante confronto con la situazione attuale dove il nostro Paese rappresenta, per i migranti che fuggono da zone di guerra, una delle principali porte d’ingresso in Europa. Per le migrazioni cambiano i punti di partenza e quelli di approdo mentre le cause si trasformano mantenendo, però, quel comune senso dello spostarsi su un globo reso sempre più piccolo da interconnessioni economiche e culturali”.

“Siamo uno dei pochissimi Sistemi archivistici del Lazio – ha aggiunto la Damizia – in un percorso che, iniziato ormai da anni, ci vede costantemente impegnati, insieme alla Regione Lazio, nel diffondere e rendere fruibile la nostra storia e il nostro grande patrimonio culturale e di tradizioni”.

Diversi, ovviamente, anche i linguaggi con cui il Sai ha scelto di arrivare nelle varie piazze. Se a Serrone, a fare da cornice allo stand con libri e brochure, alla mostra fotografica curata dalla onlus Jebena e alla presentazione del direttore, c’erano i “Calici di Stelle” dell’Associazione nazionale delle Città del Vino, oggi a Paliano – insieme alla mostra (che viene riproposta) – a parlare sarà il linguaggio della musica, con il concerto della band “Ivan Donatiello & The Wild Dogs Experience”. Sabato 13 agosto, Migrare Restare sbarca a Piglio, con il concerto dei “Flim Flam Gentleman” e un’altra presentazione, prima di chiudere il giro ad Acuto con la proiezione in piazza di un film di prima visione a fare da contorno alla presentazione del libro.

“Crediamo – spiega il direttore del Sai – all’alto valore socio-culturale che, partendo da una ricerca documentale, possiamo trasmettere a tutti, in particolare ai più giovani, dando loro una lettura diversa del fenomeno dell’immigrazione nel corso degli anni, le difficoltà di chi si sradica dalla propria terra per iniziare un viaggio interiore, prima ancora che fisico”.

Grazie al progetto, finanziato dalla Regione Lazio, il Sistema Archivistico Intercomunale si apre così ai linguaggi moderni e diventa anche veicolo di crescita sociale e di promozione turistica e culturale del territorio di riferimento.

Terminati gli eventi dell’estate, il Sai torna da settembre con attività all’interno delle scuole, per presentare il volume, e il suo significato, anche ai ragazzi degli istituti comprensivi dei quattro comuni.  

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