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Il 3 giugno del 2024, per la prima volta si è parlato, in forma ufficiale, della “Liberazione di San Cesareo dal Nazifascismo”. Il Comune, mediante un manifesto e i canali mediatici, ha diffuso l’invito a partecipare, “dall’alba al tramonto”, al “viaggio tra storia e memoria attraverso immagini inedite e testimonianze” di ciò che avvenne il 3 giugno del 1944. L’ evento ha avuto luogo nella biblioteca comunale. Ha presentato i relatori di ciò che accadde in questa data, il Vice Sindaco e Assessore all’ Ambiente, Stefano Sabbatucci. Ad illustrare i fatti di quel giorno sono stati l’archeologo e storico Emilio Ferracci e il grafico e designer Paolo Savegnago, grazie all’ausilio di immagini inedite e di brevi filmati. Presenti il Sindaco, Alessandra Sabelli, l’Assessore Emanuela Fondi e molte persone interessate agli avvenimenti di 80 anni fa. Tra il pubblico anche chi ha avuto contatto diretto con protagonisti e testimoni di queste dolorose storie. Lo stesso Emilio Ferracci si è visibilmente commosso nel raccontare della nonna Maria, che si è stesa sul corpo della figlia Anna, per proteggerla dai colpi di una mitragliatrice, sparati da uno Spitfire. Cose terribili sono successe anche a San Cesareo durante il periodo della travagliata lotta per la liberazione dal predominio dell’occupazione nazista. È grazie agli sbarchi degli Alleati, provenienti da oltreoceano e caduti a centinaia di migliaia, che la Resistenza ha potuto avere la meglio nell’ immane conflitto. Il 27 gennaio di quest’ anno i famigliari di Bartolomeo Arti hanno deposto una corona al monumento dei caduti, per onorare la memoria del loro congiunto, ucciso per questioni legate al particolare e controverso momento storico. Fatto sta che una vera e propria battaglia a San Cesareo non c’è stata. Solo fuoco sporadico di sbarramento, per contrastare l’avanzata delle forze della liberazione. Tutto questo lo si è visto nelle foto di un soldato tedesco giacente tra le rovine di piazza Giulio Cesare. Gli scatti sono del corrispondente di guerra della rivista “Life”, il fotoreporter Carl Mydans. Di Sancesaresi quel 3 giugno non se ne sono visti molti e la Task Force Ellis del Generale Clark ha proseguito l’avanzata verso Roma sulla Casilina, la ben nota Six Way. Altro presidio tedesco da affrontare è stato quello di Colonna. Raccapriccianti le foto di carrarmati, autoblindo, di jeep e mezzi militari distrutti, di morti e di soldati arresi agli americani, provati anche loro dagli stenti e dalle fatiche di una marcia ad ogni passo mortale. L’ andata a Roma non è stata certo una passeggiata, né un iter turistico, in quanto interamente costituito da attacchi e da difese. Gli Alleati, comunque, avanzavano ogni giorno sempre di più da nord, da sud, da ovest e da est, mentre i Tedeschi abbandonavano i fronti di guerra, lasciando scie di distruzione e di morte. Il motore di questa interessante iniziativa è partito dal grafico e designer Savegnago, che ha inviato due articoli a Emilio Ferracci, che li ha girati a Sabbatucci con la raccomandazione ad organizzare qualcosa di importante. Il Vice Sindaco lo ha fatto in modo encomiabile. Ora una domanda: continuerà e ancora meglio per gli anni a venire la Giornata della Liberazione o finisce tutto qui? Chi lo sa?

Pino Pompilio

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