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Nota a Roma per le testimonianze assai inquietanti che conserva, e per la sua singolare architettura in stile gotico transalpino, questa chiesa sorse sul lungotevere Prati a partire dal 1894, per volontà di padre Victor Jouet, missionario marsigliese che aveva fondato l’Associazione del Sacro Cuore di Gesù per il suffragio delle anime del Purgatorio.

La chiesa è opera dell’architetto Giuseppe Gualandi, che scelse uno stile così poco consono all’atmosfera romana anche per la ristrettezza del lotto del terreno a disposizione, che sarebbe stato meglio utilizzato da un edificio slanciato in altezza; la costruzione fu completata nel 1917. La facciata, in cemento armato, è irta di guglie, nicchie e statue. L’interno è a tre navate, divise da pilastri a fascio con altissimi archi a sesto acuto. Nelle pareti si aprono le vetrate policrome che creano un’atmosfera piuttosto suggestiva. Particolarmente notevole è la cura estrema posta dal Gualandi nella resa di tutti i dettagli, tra i quali notare la grande quantità di lavori in bronzo. Nella sagrestia sono dei mobili in stile gotico. Dalla sagrestia si accede a quello che certo è il principale motivo di interesse della chiesa, il piccolo museo delle anime del Purgatorio, fondato da padre Jouet raccogliendo documenti e cimeli relativi all’esistenza delle anime del Purgatorio ed alla loro presenza nel mondo terreno sotto forma di apparizioni che in più occasioni lasciarono impronte infuocate su vestiti, stoffe, libri ecc.

Queste singolari testimonianze, raccolte in armadi, sono oggi molto ridotte per la selezione effettuata in tempi recenti allo scopo di eliminare testimonianze ritenute spurie, oltre al desiderio di non suscitare una curiosità morbosa riguardo fenomeni su cui la Chiesa non ha espresso una posizione ufficiale

 

La chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, situata in lungotevere Prati, fu costruita in stile gotico nel 1890 dall’architetto Giuseppe Gualandi e fu dedicata al Sacro Cuore in Suffragio delle Anime del Purgatorio. La chiesa, aperta al pubblico il 1° novembre 1917, presenta una facciata, protetta da una bella ed alta cancellata, costituita da un corpo centrale più alto coronato da una serie di edicole tra due guglie). Al di sopra svetta la torre campanaria a pianta ottagonale, anch’essa a forma di guglia, su cui si trova un orologio a due quadranti e la cui sommità è costituita da una loggia a colonne con un’alta cuspide sostenente la Croce, che sorge da un gruppo di quattro gigli.

Il corpo centrale presenta il portale maggiore racchiuso in un protiro multiplo tra colonnette in marmo rosso di Verona e fasce di marmi verdi; sopra, nella lunetta, vi è un rilievo nel quale sono raffigurate le “Anime Sante del Purgatorio”, mentre il timpano sovrastante racchiude la statua di “Nostro Signore del Sacro Cuore”. Un altissimo finestrone con rosone completa il corpo centrale. I corpi laterali ripetono, in parte, la struttura di quello centrale, alla sommità dei quali vi sono, infatti, edicole nelle quali vi sono statue di Santi. Due coppie di alti costoloni terminanti in guglie sono decorati con statue poste entro baldacchini, che ritroviamo anche nella coppia di costoloni centrali. I due portali minori, sormontati anch’essi da finestre, sono racchiusi in protiri multipli e sono sormontati da due rilievi, la “Resurrezione del Cristo” a sinistra, la “Deposizione” a destra. Tute le sculture della facciata sono opera del bolognese Orsoni. L’interno è a tre navate suddivise da pilastri, con un caratteristico pavimento in marmo rosso veronese, bigio e nero con un motivo a spina di pesce entro grandi riquadri. Sul fondo dell’abside è situato l’altare maggiore, disegnato dal Gualandi e realizzato in marmi policromi e bronzi dorati: qui si trova il tabernacolo bronzeo pregevole opera di oreficeria. La pala d’altare, posta all’interno di una triplice cornice gotica, raffigura Nostro Signore del Sacro Cuore con, ai lati, la Vergine Maria e S.Giuseppe. La chiesa, inoltre, conserva un museo molto particolare, unico al mondo: quello delle testimonianze visibili delle Anime del Purgatorio. Alla fine dell’Ottocento, fra l’attuale chiesa e la canonica, esisteva una piccola cappella dedicata alla Vergine del Rosario.

La cappellina si incendiò il 15 settembre 1897 e quando l’incendio venne spento, una testa di uomo rimase incisa sopra uno dei pilastri dell’altare (se ne può vedere ancora la fotografia). Si disse che era l’immagine di un’anima del Purgatorio ed un sacerdote francese, Victor Jouet, interpretò quella sconcertante immagine come un “segno” di un’anima del Purgatorio e decise di dedicarsi con fervore a studi specifici sull’argomento, viaggiando nel mondo alla ricerca di documenti e di concrete testimonianze che diedero origine alla curiosa ed eccezionale raccolta. Oggi il piccolo museo mostra impronte infuocate di mani e dita su vesti, libri ed oggetti, ciascuna con la sua strabiliante storia.

Ne ripor­tiamo alcuni esempi:

“Impronte lasciate su una tavoletta di legno, sul panno della manica della tonaca e sulla tela della camicia della venerabile madre Isabella Fornari, badessa delle Clarisse di Todi, dalle mani del defunto padre Panzini, Abbate olivetano di Mantova, il 1° novembre 1731”. “Impronte di fuoco di un dito lasciato dalla pia suor Maria di S.Luigi Gonzaga, apparsa a suor Margherita del Sacro Cuore la notte fra il 5 e il 6 giugno 1894”. “Impronta di fuoco lasciata su un libro di Margherita Demmerlé della parrocchia di Ellingen, nella diocesi di Metz, dalla suocera apparsale trent’anni dopo la morte; 1814-15”. “Impronta di fuoco che lasciò il defunto Giuseppe Schitz toccando con l’estremità delle cinque dita della mano destra il libro di preghiera in lingua tedesca di suo fratello Giorgio, il 21 dicembre 1838 a Stralbe (Lorena). Il defunto chiedeva preghiere di suffragio per riparare alla sua poca pietà in vita”. “Apparizione nel 1875 di Luisa Le Sénéchal nata Chanviers, morta il 7 maggio 1873, a suo marito Luigi Le Sénéchal nella sua casa di Ducey per chiedergli preghiere e lasciandogli come segno l’impronta di fuoco di cinque dita sul berretto da notte”.

Informazioni e prenotazioni per la visita guidata: 0661661527; 0666734778; 3383256383;segreteria@amicidiroma.it

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