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Un proverbio dice “hai voluto la bicicletta? Ora pedala”, chissà se il sindaco riuscirà a rimanere in sella! Infatti dovrà pedalare in salita.

Sono molti quelli da dover accontentare, dopo le promesse fatte ai candidati delle sette liste che lo hanno sostenuto. Per ora sta facendo, come si dice in gergo ciclistico, un vero e proprio surplace. Deve scegliere chi chiamare in Giunta e a chi conferire qualche incarico! Purtroppo sono solo 5 gli assessorati, più il presidente del Consiglio , pochi in confronto a chi si ritiene artefice della sua vittoria. Ogni capannello in piazza è sicuro di aver ricevuto indiscrezioni su chi andrà a occupare, a Palazzo Verzetti, una delle cinque stanze assessorili.
Ora, parafrasando un detto, in voga nell’ambiente ecclesiastico, che dice “ in Conclave c’è chi entra Papa e ne esce Cardinale”, anche da noi c’è chi è sicuro di ricoprire un dei cinque incarichi.
C’è chi ci esorta ad essere più espliciti e fare i nomi. Noi non ce la sentiamo, ci limiteremo solo a fare i cognomi.

Chi scalpita di più è sicuramente quel Cilia che, dopo aver strombazzato la sua candidatura a sindaco (addirittura facendosi fotografare con i tre simboli del Centro-destra ) ha fatto marcia indietro per le pressioni esercitate in alto loco, da chi , a ragione, si sentiva depositario di questo o quel simbolo. Un ripensamento che ha scatenato anche le ire di Rotondi che aveva messo su una campagna elettorale tutta contro De Angelis. Il battagliero Rotondi non se l’è sentita di confluire anche lui nella “conigliera” insieme ad altri 100 e passa candidati. Ecco quindi spiegata la presentazione della sua lista riuscendo a farsi eleggere.

Ma torniamo a Cilia, questi pretende, visti i risultati ottenuti, di dettare legge. Vuole infatti ben 2 assessori. C’è chi dice che uno lo riserverebbe per sé e l’altro per un parente acquisito, il new entry Stazi. Una nomina questa che farebbe decadere, il giovane Tiziano, da consigliere per lasciare il posto alla Cubeddu, che rientrerebbe quindi in Consiglio con la voglia di vendicarsi su chi ha tradito certi accordi. Sempre i più informati asseriscono che la vulcanica Roberta ce l’abbia con chi non ha rispettato i patti. Sappiamo infatti che la nuova legge elettorale prevede che i due candidati da votare devono essere immancabilmente un uomo e una donna. Quindi lei si è abbinata a qualcuno che non si è attenuto agli accordi. Ma tornando alle richieste di Cilia, sempre da voci raccolte, vorrebbe essere lui l’Assessore esterno. Insomma uscito dalla finestra vorrebbe entrare dal portone. Quel portone che certamente non l’ha visto primeggiare. Infatti l’Assessore al nulla non è che si è dimostrato adatto a valorizzare quel Turismo che certamente Palestrina merita!

Ma non si accontenta di imporre le sue idee al sindaco. Sembra che abbia anche messo il veto al conferimento di un incarico alla Pestozzi o all’altro Cilia, esponenti del NCD che non ce l’hanno fatta ad essere eletti ma che hanno pur sempre contribuito con 1.000 voti. Qualcuno in meno di quelli che stanno consentendo a Cilia dell’UDC che vuole dettare legge al nuovo esecutivo.

Un’acredine dovuta, almeno così la piazza la interpreta, al fatto che sono stati loro insieme al rappresentante di FI a Palestrina, Enrico Pinci, a sbattere i piedi per terra affinché non gli venisse concesso di presentarsi con i tre simboli. Simbolo quello berlusconiano finito, all’ ultimo momento, nelle mani di Guerrini che con Forza Italia è riuscito a racimolare solo una manciata di voti.
Ma tornando alla querelle del toto-assessori, gli accordi fatti a suo tempo prevedevano l’entrata in Giunta di Marta Pestozzi che si sarebbe dovuta interessare di Servizi Sociali. I patti verranno rispettati o ad un assessorato potrebbe essere interessato anche Antonio Cilia. Ed ora veniamo a chi sta in una botte di ferro. Magliocchetti dall’alto delle sue 454 preferenze potrebbe pretendere qualcosa di consistente. Anche perché è l’uomo portato avanti da Rodolfo Lena, che ha fatto confluire su di lui i propri voti ( a riprova di quello che si dice, è il fatto che 5 anni fa ottenne solo 43 preferenze) in modo da avere un suo uomo a Palazzo Verzetti. E il PD, secondo voi, starà buono e calmo? Credete veramente che il Macchi voglia farsi da parte dopo 20 e passa anni di strapotere? O che Raul Mattogno non vorrà far valere i sui 447 consensi? E Carchitti non reclamerà qualcosa? Insomma dovremo attendere più del dovuto per vedere un’Amministrazione solida nelle mani di chi, a dispetto di come viene chiamato, abbia la forza di decidere autonomamente!

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