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“La sua ironia smaschera le strutture”

Proseguono le interviste ai personaggi del mondo dello spettacolo su teatro umoristico contemporeaneo e su Achille Campanile. Nella lunga serie di testimonianze raccolte dal giornalista Rocco Della Corte arriva quella di Lino Guanciale.  Attore fra i più amati e apprezzati sia a livello teatrale che televisivo e cinematografico, è stato impegnato recentemente sul set de ‘L’Allieva’.

La formazione universitaria e attoriale di Guanciale, tuttavia, lo ha portato spesso ad incontrarsi con le opere di Achille Campanile nonchè ad insegnarle nelle scuole di recitazione. Come in tutte le interviste che Della Corte ha realizzato ai vari attori, si spazia dalla carriera professionale dell’interpellato al suo approccio con il teatro umoristico, fino al suo primo incontro con Campanile.

Guanciale in una prima risposta ha raccontato l’approccio dei più giovani ai testi teatrali e al mondo del palcoscenico: “Per quella che è la mia esperienza, ormai più che decennale, di lavoro nelle scuole, in giovane età non si è necessariamente orientate/i su una preferenza marcata per il teatro classico o quello umoristico. Le/I giovani sono in generale piuttosto affamate/i di conoscere, anche se magari non lo sanno. Perché il teatro è questa specie di oggetto magico in grado di entusiasmare, se veicolato nel modo giusto. E non esiste modo migliore per parlare di teatro ai ragazzi e alle ragazze, che far parlare degli/delle attori/attrici davanti loro, perché sentirne parlare da persone per lo più competenti, anche da un punto di vista storico-critico, e alternandolo a momenti di recitazione, si conquista lo sguardo le orecchie la mente delle/dei ragazze/i”.

Su Achille Campanile, per il quale si è appena conclusa la quarta edizione della ‘Campaniliana’ a Velletri, ha detto: ‘A me è capitato diverse volte parlando della drammaturgia novecentesca, di parlare nelle scuole di Achille Campanile. Mi è sempre capitato di utilizzare (e come avrebbe potuto essere altrimenti) estratti dalle tragedie in due battute. Questo perché i/le ragazzi/e percepissero come l’Italia non fosse del tutto periferica rispetto a quanto accadeva nel resto d’Europa, quanto ad elaborazione teatrale del XX secolo. Come cioè determinati rivoli sia drammaturgici sia teatrali in generale che porteranno alla comparsa ed alla crescita di autori come Beckett, Ionesco, tutta l’onda del teatro dell’assurdo ma non solo, la tendenza ibrida della drammaturgia contemporanea, fino al melange di elementi drammatici ed umoristici, avesse dei punti di emergenza anche in Italia, di cui Campanile è senz’altro un illustre testimone”.

“Mi è capitato di parlare di Campanile” – continua l’attore – “usando questo suo materiale per far vedere ai/alle ragazzi/e non solo, come dicevo, che l’Italia non fosse del tutto una periferia dell’impero, ma anche quanto anche dalle nostre parti si potesse costruire una produzione teatrale non paludata e capace di grande agilità critica e di efficacia dal punto di vista del divertimento. Mi è capitato di accostarlo a Pirandello, di parlarne come di personalità letteraria assolutamente integrata alla stagione floridissima della nostra letteratura a tutto tondo del primo novecento, e mi è capitato di parlarne anche nei termini in cui poi, negli anni dopo la guerra, fosse stato recuperato da ingegni come Eco, sensibilissimi all’importanza dell’umorismo, non come categoria secondaria della scrittura (in generale, e della scrittura teatrale in particolare) ma come insieme in qualche modo fondativo della scrittura stessa, essendo il Novecento un secolo che molto mescola le carte al di là dei paletti che la critica storica istituisce per definire gli autori”.

Sulla direzione che la critica ha preso nei confronti dell’autore che viveva fra Velletri e Lariano, in contrada Arcioni, Guanciale è concorde: “L’umorismo non va confuso con il recinto della produzione commerciale. Detta in altre maniere, non è che perché uno scrive cose divertenti queste cose non siano intelligenti o dotate di una profondità di sguardo nei confronti della realtà. Tutt’altro! Campanile è la prova di come si potesse acutamente non soltanto riflettere ma rappresentare determinate tendenze culturali del nostro Paese, della nostra mentalità”.

Un’altra intensa intervista, che si può leggere integralmente sul sito della rassegna www.campaniliana.it, e che si aggiunge all’ormai nutrita schiera di autorevoli voci che hanno detto la loro su Campanile. Alcuni di questi attori, è bene ricordarlo, furono avvicinati all’opera campaniliana proprio dal compianto Gigi Proietti, che del teatro di Campanile era un grande esperto.

Ufficio Stampa “Campaniliana” 

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