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La proclamazione al Teatro Artemisio-Volonté di Velletri

Nel giorno più triste per il teatro italiano, la “Campaniliana” abbassa il sipario su una quarta edizione ricca di soddisfazioni e di pubblico. Il bilancio della rassegna, organizzata dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri con la collaborazione di Memoria ‘900 e con i patrocini di Cendic, Comune di Velletri e MIBAC, può considerarsi senz’altro positivo.

I numeri parlano di quattro date, composte da un convegno, dalla presentazione del libro “L’umorismo cosmico” di Rocco Della Corte, dalla presentazione dell’archivio di Campanile e due spettacoli teatrali, “L’acquario” e “Cinque panni che si lavano in famiglia”, prodotti dalla stessa Fondarc.

Anche i numeri, nonostante le paure, hanno dato ragione agli organizzatori: si contano circa cinquecento presenze fra i vari eventi, un numero apparentemente magro rispetto alle passate edizioni, ma estremamente prezioso viste le restrizioni. Inoltre lo share social ha confermato la bontà dell’iniziativa, con le due dirette dall’Auditorium viste da quasi mille persone in dieci giorni.

Nella serata conclusiva, al Teatro Artemisio-Volonté, a fare gli onori di casa è stata Vera Dani, referente del Premio. Il saluto della Fondazione (e dell’amministrazione comunale) è stato a cura di Tullio Sorrentino, nuovo presidente della Fondarc. Poi, spazio alla premiazione con il presidente della Giuria Arnaldo Colasanti che ha svelato il nome dell’opera menzionata e di quella vincitrice.

Nello specifico, la segnalazione va a “Trentotto giorni per cambiare vita” di Giuseppe Della Misericordia con la seguente motivazione: “Mai come oggi si muore e si risorge in un solo giorno. E non perché in giro ci siano delle divinità. Il fatto vero è cha la vita di ciascuno di noi si regge ad un filo sottilissimo tirato, stretto stretto, dalla grande madre che regola la nostra vita e le nostre preoccupazioni: la banca. La storia della donna in fuga e del funzionario di banca che può distruggere e salvare fino alla pura felicità la nostra protagonista è forse la storia di tutti noi: non più Lazzaro, ma ciascuno Alice nel paese delle NON meraviglie”.

L’autore, purtroppo, ha disdetto il viaggio verso Velletri a causa covid (proviene da Varese) e riceverà la targa alla prima occasione utile. Il vincitore della quarta edizione del Premio Nazionale Teatrale “Achille Campanile” è invece Giovanni Di Grezia: proveniente da Cagliari ma di origini irpine, è salito sul palco visibilmente emozionato e ha ricevuto l’assegno di 1500 euro offerto dalla Clinica Madonna delle Grazie.

Di Grezia ha raccontato in che modo ha partecipato al Premio: “Ho letto spesso Campanile, ma faccio il giornalista e la scrittura per me è solo una passione. Poi, durante il lockdown, mi sono imbattuto sui social grazie anche alle segnalazioni di amici nella pagina della rassegna e da lì ho deciso di partecipare…”.

Una partecipazione forse improvvisa ma fruttuosa, premiata dalla Giuria con le seguenti motivazioni: “Alla base c’è il dramma di questi anni: la crisi della politica, la difficoltà di pensare qualcosa di intelligente per cambiare questo paese. Ma al fondo c’è anche qualcosa di così tragico da rivelarsi sottilmente umoristico. La nostra più radicale verità: non sappiamo che pesci prendere; non sappiamo cosa fare e dire rispetto ad una società contemporanea che ci sfugge da tutte le parti. Allora arriva la soluzione di Risorgimenticchio. Quale? Richiamare in vita i morti, quelli più competenti: per esempio, Mazzini. Che fare? Ma la magia, gli spettri, le fantasie, sono realissimi e inutili come le insicurezze dell’oggi. Come dire: qui non ci si capisce più niente. Nemmeno loro, i maestri saprebbero come cavar dal buco un’idea per rendere la politica un pensiero positivo e utile al buono stato. Non ci resta che ridere”.

Prima di dare spazio allo spettacolo, sono saliti sul palco anche Emilia Costantini e Andrea Ozza. La giurata Costantini ha voluto esprimere la propria rabbia e il proprio disappunto per la decisione governativa di chiudere cinema e teatri, visto che le statistiche parlano di un solo contagiato su oltre trecentomila spettatori da giugno ad oggi. Andrea Ozza, vincitore della passata edizione e autore della commedia poi rappresentata, ha portato il suo saluto e fatto i suoi auguri al vincitore 2020.

Con l’opera rappresentata dalla compagnia “Linea di confine” di Roberto Belli e i ringraziamenti alla UILT (presente la presidente regionale Stefania Zuccari in sala) si è quindi conclusa l’ultima data della rassegna, con un forte arrivederci al 2021.

Rocco Della Corte

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