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Come tradizione, anche Castel San Pietro Romano ha celebrato ieri la festa di Sant’Antonio Abate, Santo eremita che visse più di cento anni. Fondatore del monachesimo (a lui si ispirerà S. Benedetto, padre del monachesimo occidentale) condusse una vita ascetica, staccata dai beni del mondo e votata alla preghiera e al servizio dei poveri. Tradizionalmente viene invocato come protettore del bestiame e delle campagne. Per questo la devozione nei suoi confronti è molto sentita in tutti i paesi che hanno visto la propria economia basata, fino agli anni 50 del secolo scorso, sull’agricoltura e la pastorizia.

La sera di sabato 16 gennaio si è tenuto il tradizionale banchetto per i soci e simpatizzanti della Pia Unione presieduta dal sig. Paolo Baroni.

La mattina seguente alle ore 7,00 le campane e i colpi scuri hanno dato il via ai festeggiamenti in un clima cristallino caratterizzato dal forte freddo e dal vento di tramontana il quale ha permesso di godere per tutto il giorno dello splendido panorama che a 360° si estende su tutta la provincia e oltre.

Alle 9,00 è arrivata in paese la banda “Giovanni Pierluigi” da Palestrina diretta dal maestro Luca Di Matteo; il complesso ha percorso le vie del paese intrattenendo gli abitanti e creando la tipica atmosfera di festa che solo l’armonia di strumenti a fiato e a percussione riesce a realizzare.

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Alle 11,15, dopo la S. Messa Solenne celebrata nella Chiesa di San Pietro Apostolo c’è stata la benedizione del pane e la tradizionale processione diretta al casarino, con il trasporto della statua del Santo taumaturgo e la sfilata della storica bandiera; quest’utlima, che un tempo apparteneva al consolato agrario, oggi rappresenta il prestigioso vessillo della Pia Unione.

Quindi ha avuto inizio la tradizionale sfilata: ad aprire il passaggio un folto gruppo di persone a cavallo e con i propri animali domestici; ci sono stati anche alcuni temerari che hanno sfidato il clima gelido passando in rassegna a bordo dei sempre caratteristici mezzi agricoli. Il loro classico rumore ricorda le fatiche e i sacrifici dei nonni che hanno dedicato la loro esistenza al lavoro in campagna. E’ stata poi la volta delle autovetture: tutti a farsi benedire per ottenere la protezione quotidiana di Sant’Antonio.

Nel pomeriggio, dopo la messa vespertina, ha avuto luogo, presso la sala parrocchiale, il tradizionale rinfresco. Trippa e porchetta per i numerosi partecipanti ma soprattutto momenti di convivialità ed una valida occasione per stare insieme ricordando qualche simpatico aneddoto del passato. Alle 19,30 (dopo circa 15 anni di assenza)  lo spettacolo pirotecnico presso il parco di Via Veneto ha concluso una giornata trascorsa con sobrietà all’insegna della festa, della religiosità e del buon umore.

 

 

 

 

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