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Basterebbe il titolo per raccontare ciò che è accaduto sabato 5 novembre 2022 al monumento dei caduti a San Cesareo. È il caso, tuttavia, di descrivere l’ andamento e il significato della cerimonia commemorativa. Tanti nostri patriotti non sono caduti invano, ma per assicurare alla patria unità, libertà e l’orgoglio di riprenderci il ruolo di essere promotori di progresso e di civiltà.
Sorvoliamo sul fatto che il 4 novembre si è celebrato con un giorno di ritardo. È stato per ovvie ragioni. Del resto sabato era più adatto rispetto al venerdì, per riti di questo genere. Comunque, ci siamo trovati in piazza Giulio Cesare e, guardando in giro, abbiamo visto solo gente nella divisa del proprio corpo di appartenenza. Qualcuno ha detto che il grosso dei fedeli era in chiesa per la messa. Ma in chiesa non c’era nessuno, né, co me ha spiegato il parroco don Guido in seguito, non era stata prevista alcuna messa
Alle 10 è iniziata la cerimonia. Tutti al loro posto. Sulla destra, schierata la Banda comunale, sulla sinistra l’Associazione Nazionale Carabinieri, la Protezione Civile e la Croce Rossa. Al centro, pronti per partire con la corona da mettere ai piedi del monumento, il Sindaco, Alessandra Sabelli, il Comandante della Caserma dei Carabinieri, Luogotenente Olindo Falco, il Comandante della Polizia Locale, Commissario Giuseppe Lamboglia e il Parroco don Guido. Sul fronte degli spettatori un bel gruppetto di alunni dell’Istituto Comprensivo, accompagnati da professori, il Vice Sindaco Achille Mastracci e l’ Assessore alla P. I. Emanuela Ricchezza e poche altre persone, tra cui altri membri della Giunta, come Emanuela Fondi e Arianna Bellia. Presenti anche membri del Consiglio.
Tutto qui. Un rito inter nos, tra persone in dovere di intervenire. Puntuali anche l’ appello dei caduti, i cui nomi sono incisi sul monumento, il discorso del Sindaco, del Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Antimo De Pasquale e la solenne benedizione, impartita da don Guido. La Banda ha suonato inni e marce nazionali. Gli squilli di tromba sono stati per l’ alzabandiera e per il commosso saluto ai nostri eroi.
Nulla da eccepire sullo svolgimento del tradizionale copione del 4 novembre. Ciò che manca da qualche anno è l’ entusiasmo, la convinzione e il dovere spontaneo e sentito di partecipare a questi riti. C’è altro oggi cui pensare e che interessa soprattutto i giovani. Altro che pace, libertà, amore per la scuola, per come costruire il proprio futuro e rispetto pieno degli altri e dei beni di cui godiamo. Pandemie, guerre, feroci lotte politiche, sociali, culturali, religiose, lockdown di varia natura, prospettive del tutto negative rendono l’uomo menefreghista e insensibile ad ogni imput, ad ogni invito a ben operare. Sgomberiamo prima il terreno da questa spazzatura. Ridiamo anima a tutto ciò che facciamo solo per apparire. Sono solo insipide maschere. Questo ci chiedono oggi gli uomini veri dal Monumento ai Caduti di tutte le guerre sulla piazza Giulio Cesare di San Cesareo.
   Pino Pompilio

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