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NUOVI SCENARI DI GUERRA. DA AMICO, SENZA VOLERLO NEMICO. Sì, è vero. Cerchiamo di tornare alla normalità, a come eravamo prima. Lentamente e con molta cautela. Ma a quale prezzo? Così non è neppure una tregua. In questo non concordato cessate il fuoco infuriano ugualmente i combattimenti e peggio di prima. Un vera tregua non c’è. Cambiano solo le strategie,diventate più ardite,più assurde e più crudeli. Ognuno da amico diventa un potenziale nemico, da cui guardarsi. Piano,piano, infatti, potremo uscire da casa, tornare al lavoro o all’attività o alla professione propria, ma non da liberi e pacifici cittadini, se non da sentinelle sempre all’erta. Il conflitto globale non è di certo finito. Si evolve in peggio. Si ingigantisce e si complica. I più fragili e indifesi danno luogo ad ecatombi, i poveri e gli affamati aumentano, chi sta ancora bene ed è forte sul capo avverte la pesante spada di Damocle. Le imprese, tutte le imprese, sono come dopo una tempesta in mare. “Rari nantes in gurgite vasto” direbbe Virgilio. Il poeta, nell’Eneide,racconta che, dopo un terribile naufragio, la flotta troiana fu tutta sconquassata. resti galleggiavano qua e là sulle onde. Insomma un vero disastro. Quando apriranno, per esempio ristoranti e bar, come si starà? Tutti distanziati o separati da lastre di plexiglas. E così un po’ dovunque:nelle fabbriche, nei cantieri, perfino sui tram, treni, autobus, navi, aerei e per le strade.Non parliamo di scuole, di stadi, di cinema e di un’altra infinità di luoghi. Certo è un nuovo modus vivendi se vogliamo sopravvivere, ma gli uni contro gli altri armati. È proprio una beffa. E non rassegniamoci dicendo: “Così è la vita”. Non diventiamo, a questo punto, anche indifferenti o, peggio ancora , degli ignari doppiogiochisti. Così, mentre siamo con gli amici da veri amici, d’altra parte lì mettiamo nelle mani del nemico. Con il contagio. Pino Pompilio

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