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Palestrina, l’ala-grande sarà Simone Gatti

Con la firma apposta quest’oggi la Pallacanestro Palestrina può felicemente annunciare che Simone Gatti è un nuovo giocatore arancio verde. E’ dell’esperto atleta classe 1982 l’identikit del lungo da consegnare a coach Lulli, che potesse occupare entrambe le posizioni della front-court. La sua ultima esperienza è stata in quel di Campli, compagno di squadra di Bruno Duranti, e tra i massimi artefici della favola dei farnesi verso la finale playoff: Gatti ha trascinato i suoi con una media di 16 punti a partita e si è arreso solamente ad un infortunio proprio prima dell’evento conclusivo. Rendimento analogo a quello avuto per due stagioni nella corazzata Montegranaro, tra l’altro avversaria di Palestrina nella felice stagione 2014/15 quando Gatti giocava insieme al nostro “Filo” Alessandri. La carrellata di squadre con cui ha legato il suo nome lo rende un elemento abbastanza conosciuto per la categoria e per gli stessi appassionati arancio verdi, ala-grande capace di occupare il pitturato con sostanza e allo stesso modo di allargarsi oltre l’arco per usufruire della mano calda dalla distanza. Nonostante l’altezza di oltre due metri mantiene un atletismo invidiabile per un lungo e doti di leader non gli sono certo mancate in carriera: una delle ultime imprese l’arresto e tiro che ha regalato a Campli gara1 dei quarti allo scadere, fondamentale verso la finalissima. Simbolo del Sant’Antimo in B1 per quattro stagioni ha tra le altre indossato la canotta di Ferentino, Chieti e Napoli (DNA) e Lecco (DNB). Comasco di nascita, ha mosso gran parte della sua formazione nelle fila della storica Robur Varese. Un acquisto che aggiunto alla conferma di Rossi e agli arrivi di Alessandri, Barsanti, Duranti, Paesano e Visnjic delinea grosso modo il pacchetto di senior agli ordini di Lulli, in attesa di definire gli ultimi dettagli sul roster e ufficializzare anche quali saranno gli “under” a disposizione.
Benvenuto Simone!
Come stai fisicamente? E moralmente immaginiamo una grande voglia di riscattare una finale neanche disputata, te che volevi vincerne una dopo tanto tempo.
“Fisicamente direi che sto abbastanza bene e sto anche lavorando piuttosto sodo, siamo sulla buona strada per farsi trovare pronti per i primi di ottobre e in generale il recupero fa ben sperare. Nella domanda c’è già la mia risposta perchè la motivazione è esattamente quella di chi è sempre andato vicino a vincere, e l’ultima finale non l’ha neanche potuta giocare, quindi il mio pensiero è quello finalmente di riuscirne a vincere una.”
Che giocatore devono attendersi a Palestrina? E cosa hai imparato di Duranti?
“In campo sono uno di quelli che ama giocare in transizione, in contropiede o sfruttare il tiro da tre, ma anche schiacciare e ritengo che nel corso della carriera sia rimasto abbastanza uguale nel modo di giocare: non ho avuto grossi cambiamenti nel passaggio da giovane a più “anziano”. Duranti devo dire che è stata la vera rivelazione, questo è stato l’anno della sua esplosione, un gran giocatore che ritroverò al mio fianco. Caratterialmente sono un leader silenzioso rispetto magari a lui che ha un carattere più esuberante e a volte bisogna quasi trattenerlo.”
Insieme a Barsanti appartieni alla schiera di avversari storici, in passato c’è mai stata possibilità di averti qui e quali ricordi conservi?
“Quest’anno è stata la prima volta che ho avuto contatti veri con Palestrina, e sentire questa attenzione mi ha fatto piacere veramente. In effetti contro Palestrina mi è capitato spesso di giocare, il primo impatto fu a Zagarolo nel 2006 ai tempi di Ferentino, da allora è rimasto uno dei campi più caldi della serie B che ti resta inevitabilmente nella mente. Per me come penso altri poi la società di Palestrina è stata simbolo sempre di continuità e solidità, sia per i livelli mantenuti che per la gestione in generale.”

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