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TERRITORIO QUANDO L’INFORMAZIONE NON E’ COME DOVREBBE ESSERE SITUAZIONI ALLARMANTI PASSATE E IN ATTO PRIMA LA TBC ORA L’INQUINAMENTO DELL’ARIA Ultimamente San Cesareo, e non solo, è diventato un paese in cui scattano, con una certa frequenza, allarmi per situazioni preoccupanti. Nel primo semestre del 2019 ce ne sono stati già due, se non di più. Il primo ha riguardato il ritorno della tbc. Si moriva di questa malattia fino a qualche secolo fa e anche meno. I casi erano tanti. A volte veri e propri flagelli. Nella riunione dello scorso aprile al Centro Anziani tra cittadini, autorità politiche, autorità sanitarie e autorità scolastiche si è visto come la gente si pone nei confronti di certe situazioni. Molti erano giustamente infuriati e ribelli ad ogni tentativo di risolvere nel migliore dei modi il problema. Infine, dopo che tutti gli alunni, insegnanti e genitori sono stati sottoposti a visite mediche e a controlli, il risultato è stato il seguente: il caso segnalato della tbc è rimasto isolato e non ha comportato conseguenze. E’ ciò che avevano sostenuto i medici dell’ASL. Il secondo caso è quello del’impianto di conglomerato bituminoso, uno dei due esistenti nel Lazio e che opera nell’area industriale di San Cesareo. A detta di alcuni, specie di notte, i camini della lavorazione del bitume emettono sostanze ed odori nauseabondi, che recano disturbi alla respirazione. Giustamente, nella riunione tenutasi a Colonna qualche giorno fa, tra cittadini e autorità per sapere come stanno veramente i fatti, anche qui agitazione e atti di ribellione. Non si accettano nel modo più assoluto, attività dannose alla salute dei cittadini. I social, alcune volte, in questo non aiutano certo a capire e a verificare l’attendibilità di notizie a volte inesatte. E si crea allarmismo su allarmismo. Una cosa è intanto sicura: l’impianto è più che a norma. E’ assolutamente sicuro. Allora da che cosa provengono fumi e odori non certo di violette di Parma? E’ ciò che diranno gli accertamenti invocati al riguardo. Tra questi quelli dell’ARPA. A presto la verità. Pino Pompilio

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