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     La prima decade di gennaio 2024 è ormai andata. Siamo già avanzati nel nuovo anno, ma di tutte quelle cose che ci siamo augurati non si vede un bel niente. Sui fronti di guerra ciò che avanza di ora in ora sono solo distruzione e morte. Ma sembreranno innocui botti di capodanno, se a qualche esaltato capo dei tanti su questa terra venisse in mente di passare a vie di fatto risolutive. Sarebbe la fine. E che fine!

     Per evitare catastrofi di ben altre dimensioni, diciamo planetarie, ci auguriamo di non arrivarci. Però cerchiamo di andare, una buona volta, oltre le parole e di fare i fatti. Queste situazioni, per controllarle e per evitarle, occorro interventi mirati al ripristino della pace tra i popoli l’un contro l’altro armati.

     Intanto, mentre si vanno via via ingarbugliando tensioni, rivalità, rivendicazioni e attacchi nei

Paesi dell’Est e nel vicino Oriente, si profilano condizioni sanitarie, alimentari, economiche e quant’ altro deriva da situazioni belliche e post belliche molto allarmanti.

Per fare qualche esempio di ciò che sta accadendo, parliamo dei “pirati” Huthi nel Mar Rosso. Questi signori costringono, pena la loro distruzione, le navi trasporto di merci di materie prime a circumnavigare l’Africa, invece di tagliare per la via più breve, che è quella del Canale di Suez. Ammettiamo pure che chi ci fornisce di tali merci possa continuare a farlo, di quanto saliranno i prezzi nei paesi importatori?

     Già lo abbiamo visto dal 23 febbraio del 2022 con l’Invasione Russa dell’Ucraina. Non solo i prezzi di grano, petrolio e gas, ma anche quelli di altri bene servizi hanno e stanno creando sempre più poveri e povertà.

     E ci caschiamo sempre! La politica della cosiddetta UE, ossia dell’Unione Europea invece di essere unita si divide e ogni stato membro fa da sé. E se alcuni abbaiano il loro è un abbaiare alla luna. Assolutamente vano.

     Il 7 di gennaio abbiamo celebrato i 227 anni della bandiera italiana. Il tricolore è stato adottato nel 1797 dalla Repubblica Cispadana. L’ Italia non ancora c’era. Il riconoscimento dell’Unità d’ Italia è avvenuto il 17 marzo del 1861.

      In questa data sono forse finiti i periodi neri e il paese si è, finalmente, sistemato? Neanche per sogno. La storia ci dice quante ne abbiamo dovuto passare.

. I tre colori ce lo ricordano: il sangue (il rosso) non smette mai di scorrere, la pace e la prosperità (il bianco) spesso le abbiamo raggiunte, la speranza (il verde) è caratteristica principale degli Italiani, che non si arrendono mai. Non l’hanno mai fatto.

     E ora di chiederci cosa fare. Continuare così è come non accorgerci che le acque si stanno ritirando per ritornare come tsunami spaventosi. Qualcosa e più di qualcosa si può fare. Basta finirla con le ammucchiate di Sinistra, con quelle del Centro e con quelle di Destra. Non continuiamo a metterci l’uno contro l’altro. Questo fa comodo ai “ducetti” di turno con il “divide et impera”. Gli italiani siano una sola cosa: il Popolo Italiano. E sappiamo chi è e cosa è capace di fare.

                                Pino Pompilio

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