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OGNI COMUNE DEVE AVERE IL SUO – SI LIBERANO COSÌ GLI OSPEDALI DALL’ASSEDIO DEI CONTAGIATI – SI POTREBBERO RIAPRIRE I REPARTI PER ALTRE PATOLOGIE – SI PREVIENE E SI GUARISCE IN SICUREZZA È di qualche giorno fa la notizia di una persona di 90 anni, guarita dal coronavirus in un ospedale della provincia di Como. Il novantenne aveva detto al dottore che lo assisteva di pensare ad altri più giovani, mentre lui poteva finire in pace i suoi giorni. Che bel gesto di altruismo e di generosità! Crediamo che non è stato necessario cedere il suo lettino ad altri, perché non c’era carenza di posti in terapia intensiva. Non ci si trovava in un grande ospedale, ma in uno più piccolo di un paesino, che si affaccia sul bellissimo Balcone d’Italia al confine con la Svizzera. Negli ospedali delle grandi città, al contrario, colonne e colonne di ambulanze aspettano di sbarcare pazienti anche gravi. E i malati scompaiono a grappoli. Per tanti troppo tardi o anche vano il ricovero. Non sono solo le ambulanze ad aspettare, ma anche coloro che vanno a fare i tamponi per avere risposte sullo stato della propria salute. E così la preoccupazione, l’ansia, il timore del peggio scatenano reazioni incontrollate, panico e caos. Eppure basterebbero semplici accorgimenti per normalizzare la situazione e per frenare il diffondersi dei contagi. Alcuni Comuni, in verità ancora molto pochi, si sono organizzati in modo intelligente. Non mandano in giro i cittadini in una sorta di caccia al tesoro ,li ascoltano e li guidano a fare i passi giusti. Evitano assembramenti,lunghe file d’attesa, per fare un tampone o per avere lumi sul da farsi. Tutte queste cose se non proprio a domicilio, si possono svolgere,senza allontanarsi dal proprio paese. Che meraviglia sarebbe! Tutto facile e semplificato. Le ambulanze arriverebbero e ripartirebbero solo in casi di reale urgenza. La psicosi di massa crea movimenti incontrollati e impossibili da gestire. Così i medici di base, la CRI, la PC, i carabinieri, gli uffici di assistenza sociale, la Caritas,le associazioni religiose e non di volontariato vengono saltuariamente utilizzati. Ma se si costituisse, invece, un’unica unità operativa, raccordata con strutture avanzate e in grado di salvare vite umane, la folla impazzita si calmerebbe come per incanto. Il COC (Centro Operativo Comunale) di San Cesareo come pure quelli di altri Comuni vanno, ma non vanno come dovrebbero. Il Sindaco è il responsabile diretto e il coordinatore di tutti i settori della sanità, della sicurezza e del funzionamento diogni parte di questa nuova e complessa macchina. La comunità comunale, se è solidale, motivata e amalgamate, può realizzare cose straordinarie. Il governo senza queste vitali cellule da solo non ce la può fare. Sì sta cercando di moltiplicare siffatti Centri comunali. Non è impresa facile. Infinite sono le resistenze e gli ostacoli posti dalle varie parti che dovrebbero comporli. Se si riuscisse a realizzare su tutto il territorio nazionale questo progetto, allora si che il problema covid 19 sarebbe praticamente risolto. L’avvento dei vaccini è sempre più vicino. Un giorno non lontano potremo dire che l’uomo è riuscito, ancora una volta, a superare questo strambalato virus. Non sarà necessario che gli anziani siano le vittime sacrificali di una lotta che si può vincere con il solo paziente e volenteroso contributo di tutti.Tutti insieme con i Sindaci e i medici di base in prima linea. Quando mai i Comuni coalizzati sono risultati perdenti? La storia non registra alcun caso negativo. Pino Pompilio

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