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Nella presentazione di “Baci da Polignano” di Luca Bianchini

Giovedì sera di divertimento e letteratura con Luca Bianchini, ospite della rassegna internazionale “Velletri Libris” ideata e realizzata dalla Fondazione De Cultura e dalla Mondadori Bookstore Velletri in collaborazione con Fondarc.

L’autore di “Baci da Polignano” (edito da Mondadori) ha raccontato con ironia, sagacia e tono coinvolgente il suo ultimo romanzo, che riprende la storia incominciata con “Io che amo solo te” diverso tempo dopo la precedente narrazione. Tutto nasce da un matrimonio, in un paese da fiaba come Polignano, che viene stravolto dall’amore tra la madre della sposa e il padre dello sposo.

Nel 2013, anno di pubblicazione di “Io che amo solo te”, per Bianchini è stata una sfida costruire un personaggio cinquantenne, vista anche la “strana percezione dei decenni” per cui finché non si approda ad un’età, la stessa sembra lontana. Insieme al personaggio maschile di don Mimì, Ninella: una figura in cui l’autore si è letteralmente lanciato, dipingendo una donna complicata, romantica, ironica, malinconica.

“Non amo i seguiti delle storie”, ha svelato Bianchini, “ma ho un rapporto viscerale con i miei personaggi, criticandoli e apprezzandoli quando lo ritengo opportuno. Stavolta mi sono misurato con questa sfida”. Il romanzo, con uno stile ben riconoscibile e un lessico curatissimo, attraversa tante tematiche a partire dai due protagonisti che rubano la scena agli sposi. È una storia che si può leggere in tanti modi, a ritroso o in ordine cronologico, senza perdere di senso.

La proiezione, in video, di una scena del film “Io che amo solo te” con Michele Placido ha dato poi l’opportunità a Bianchini di entrare nel discorso cinematografico. Tutti i personaggi devono avere qualcosa di specifico che ognuno immagina a modo suo, grazie alle loro spigolature che in “Baci da Polignano” diventano ancor più evidenti. “Non sopporto i buoni troppo buoni, o i cattivi sempre cattivi, meglio quelli che stupiscono: le persone insopportabili che magari ti invitano a cena”, ha detto in merito l’autore torinese.

L’ambientazione al Sud apre il grande tema della famiglia: i componenti delle famiglie si mischiano tra fragilità, tabù, dolori. “Ognuno fa la famiglia con quello che ha” – ha dichiarato Bianchini – “e io lo ho capito ancor di più scrivendo. Non puoi mai sapere, quando parli con una persona, che famiglia ha dietro e questo è molto intrigante”.

Al termine della presentazione, come sempre preceduta dalle degustazioni enogastronomiche e dai vini selezionati dal CREA, lungo firma-copie con fotoricordo. Luca Bianchini, ringraziando Velletri per la calorosa accoglienza in un posto magico (aveva postato, nel pomeriggio, sui suoi profili una foto del romanzo con la Torre del Trivio sullo sfondo), si è dedicato ad ogni singola persona con le sue dediche personalizzate mostrando grande entusiasmo.

Per “Velletri Libris” un’altra serata da ricordare in attesa di Edoardo Bennato, che arriverà al Chiostro sabato sera.

Rocco Della Corte

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