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Sono passati 3 anni dal fallimento del referendum costituzionale promosso dall’allora Governo Renzi, ben 5 cinque dalla famosa legge Del Rio (56/2014) che di fatto ha sancito l’inizio del caos e la fine del sistema di elezione diretta nelle ex provincia, ora Città Metropolitana di Roma Capitale. 

Di sprechi ne sono stati tagliati ben pochi, gli uffici ed il personale, quello non andato in pensione, è ancora per buona parte lì ed a rimetterci sono stati esclusivamente i Comuni e, quindi, i cittadini.
Nel marasma del passaggio di consegne, di fatto, alla Città Metropolitana di Roma Capitale sono rimaste pressoché intatte le funzioni di un tempo, con l’enorme problema, però, che non ha le risorse economiche necessarie per svolgerle. L’esempio più lampante è rappresentato dalla viabilità, le strade che quotidianamente vengono percorse da tutti noi cittadini e che versano in situazioni pietose sia da un punto di vista dell’ordinaria manutenzione (sfalci dell’erba, potature delle alberature, pulizia dei viali di scolo) che di quella straordinaria con strade chiuse perché franate da anni o piene di buche che con le piogge torrenziali di questi giorni diventano insidiose piscine. In una situazione analoga versa l’edilizia scolastica, carente sia in termini di sicurezza di base che di attrezzature che garantiscano un livello minimo educativo ai nostri figli. 

I sindaci lottano da anni contro questa precarietà, sopperendo, ove possibile, con mezzi e risorse proprie alla voragine lasciata dalla nuova Città Metropolitana, ma è una lotta impari. Impari specialmente per tutti quei comuni più periferici, come San Vito Romano, ad esempio, la cui distanza da Roma Capitale è evidente non solo in termini di chilometri, ma anche e soprattutto di rappresentanza, poiché è Roma a farla da padrone. Il sindaco metropolitano, infatti, è di fatto il sindaco di Roma Capitale, che, come dimostrano le cronache quotidiane, ha ben altri problemi a cui pensare. Emblematico, in tal senso, è stato il bando sulle periferie emesso nel 2016 che, senza nessuna graduatoria di merito, ha visto esclusi tutti i comuni non appartenenti alla prima cinta urbana di Roma. Uno scandalo senza precedenti che ha reso chiaro come la Città Metropolitana NON sia la Provincia di Roma, la cui governance non può rappresentare in modo equo tutti i comuni dell’hinterland. Del resto, già il sistema di elezione per delega lo aveva già ampiamente dimostrato, con un sistema indiretto che, mediante pesi diversi, assegna poteri minimi ai consiglieri eletti nei nostri piccoli centri rispetto allo strapotere di quelli che comuni più grandi, Roma in primis. 

Come appare evidente, il problema non è esclusivamente economico, bensì politico… E la politica deve farsi carico della sua risoluzione soprattutto alla luce del fallimentare referendum costituzionale promosso dal Governo Renzi il quale, puntando tutto su un esito positivo, non si è preoccupato minimamente di cosa fare in caso contrario. 

Possono i piccoli comuni come San Vito Romano cambiare lo status quo? 

Non possiamo saperlo, ma i nostri Enti hanno il dovere di non arrendersi e di lottare affinché si ritorni ad una situazione stabile e funzionale alle esigenze dei nostri cittadini. 

A luglio del 2018, come consiglio comunale, abbiamo espresso una posizione forte, approvando all’unanimità un atto di indirizzo (d.c. 29/2018) che impegna il Sindaco e la Giunta a porre in essere tutte quelle azioni in loro potere affinché si arrivi ad un dibattito serio sul tema e si guidi un movimento dei sindaci in grado di far sentire la loro voce fin tra i banchi del Parlamento. 

Il periodo elettorale ha un po’ fermato queste azioni, così come l’assenza di una presa di posizione forte dell’ANCI regionale, ma da oggi si ricomincia. 

Il nostro appello è rivolto a tutti i sindaci del territorio affinché adottino anche loro una proprio atto di consiglio sul tema, prendendo come riferimento proprio quanto già deliberato dal nostro Consiglio Comunale del 2018 ed affinché si formi un tavolo istituzionale permanente in cui confrontarsi e ragionare su azioni comuni dirette. Il nostro appello è rivolto anche ai consiglieri metropolitani che, più di tutti, pagano lo scotto di una governance squilibrata e poco rappresentativa degli interessi di un territorio ampio. 

San Vito Romano ha già iniziato a coordinarsi con i comuni più vicini e ci auguriamo che all’appello possano unirsi man mano anche tutti gli altri della ex Provincia di Roma.        

Claudio Ruggeri
vice sindaco di San Vito Romano

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