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Stiamo incominciando a perdere il conto dei giorni da quando il Presidente russo Putin ha dato il via a questa nuova guerra nel cuore dell’Europa. Il mondo è in subbuglio. Cerca disperatamente la pace, di cui, come sempre, non si può fare assolutamente a meno. I potenti della terra temporeggiano. Vorrebbero fare qualcosa di concreto per far rinsavire quell’ abile calcolatore, che ha tutte le intenzioni di radere al suolo l’ intera Ucraina, se non dà segni di resa alle sue richieste. Ci ha provato Papa Francesco, ci ha provato Macron e altri alti funzionari di stati europei, ma senza alcun risultato. Ora ci provano anche Israele, la Cina e gli USA. Si continua ad insistere con la diplomazia, finora l’ unica strada percorribile. Va bene solo l’ accoglienza dei profughi ucraini da parte di tutti i paesi, sensibili al grave problema di chi è costretto a lasciare la martoriata Ucraina. Rispondere con la forza alla forza bruta è controproducente.
Era il 24 febbraio quando su Kiev e su altre città dell’ Ucraina è iniziata a cadere una pioggia di bombe e di colpi sparati da colonne di mezzi corazzati, poste in ordine di assedio su vari fronti. Ma insieme a bombe, missili e altri infernali ordigni cadono dal cielo annerito dal fumo anche fiocchi di neve. Non ci sono voci allegre di bambini felici di raccoglierli per farne pupazzi o palle di neve. No, solo distruzioni, pianto e sirene strazianti annuncianti bombardamenti su bombardamenti, come un “leitmotiv” di un film dell’horror senza fine. Siamo in pieno inverno: sangue e neve formano solo fango, che sbrindella ogni scampolo di speranza.
L’unico scudo di un popolo, che invoca aiuto a tutti i popoli liberi, sono i petti di tante nuove leve di guerrieri determinati ad affrontare il nemico-amico, inviatogli contro. Finora le invocazioni di soccorso rivolte al mondo libero sono rimaste inascoltate.
I paesi della NATO si preparano al peggio, rinserrano le file e affilano armi sempre più sofisticate e distruttive. Questo, però, risulta finora molto pericoloso, perché se si dovessero rompere gli argini, il passo verso la terza guerra mondiale è molto breve. E, questa volta, non è escluso che si possa arrivare al nucleare, cioè alla guerra di distruzione totale.
Putin, intanto, va avanti nei suoi sogni di riconquiste, appoggiandosi alla Cina e a guerriglieri ceceni, siriani e via dicendo. Ha reso reato e quindi contro legge perfino il diritto alla diffusione di notizie intorno al suo operato. Vuole apparire come chi fa rispettare l’ordine e l’ etica della ripristinata Cortina di Ferro. Nasconde come stanno realmente le cose, perché i Russi non accetterebbero mai di fare del male ad altri popoli fratelli.
Però, ormai, si è andati troppo avanti in questo gioco punitivo e ricattatorio. Deve immediatamente cessare. Non è possibile continuare a bagnare la terra con il sangue degli innocenti. La terra stessa si ribella e grida: “basta!” Ci sarà qualcuno o qualcosa in grado di fermare questo condottiero, che toglie di mezzo chiunque si oppone alla sua volontà.
Il leader più ammirato del momento è Zelensky, il Presidente dell’Ucraina, Per arrestare la distruzione di Kiev e di altre città ormai all’ estremo, ha incominciato a cedere ad uno dei punti dell’ ultimatum di Putin: rinuncia ad entrare nella NATO. Ma i bombardamenti e l’assedio delle armate russe continuano. Tutto il casino creato da questa guerra non fa che rendere la vita ogni giorno più preoccupante e stringente della stessa pandemia, Con chi ce la prendiamo? Se crediamo di essere in democrazia con noi stessi. Ma è possibile, ci chiediamo, che in ogni caso deve essere sempre il popolo a pagare le ambizioni di qualcuno o di pochi? Stare in Russia o in Italia che differenza fa?
Pino Pompilio

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