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LA SAN CESAREO CHE CRESCE. – GIOVANI MANAGER NON MANCANO – DUE DI LORO, IN PIENA PANDEMIA, APRONO UN RISTORANTINO NOVITÀ – UN’ IMPRESA CHE DA OSSIGENO A PRODUTTORI LOCALI – DALLE CUCINE ESCONO PIATTI DA RUBAGOLE –
Una delle prime case in muratura, risale al 1910, quando San Cesareo era ancora un villaggio di capanne. Probabilmente è sorta in contemporanea con la ferrovia inaugurata l’anno successivo. Le è stato dato il nome di Palazzina e tale la si chiama tuttora. Sono oltre sei anni che è un B&B, Da tre mesi si è aggiunto un ristorantino tutto da scoprire. Noi lo abbiamo fatto quasi per caso. Stavo guardando i recenti cambiamenti alla zona del mercato, per qualche utile apporto,. quando mi sono trovato davanti al cancello aperto della “Palazzina”. Ho imboccato il vialetto e sono entrato.
Mi ha accolto la signora Grazia, che conosco bene. È lei che gestisce il B&B. E non si limita solo a questo, perché è solita partecipare ad attività di natura sociale e comunitaria. Ci incontriamo spesso
Avevo saputo che due dei suoi cinque figli, Raffaele e Martina, avevano aperto un ristorante, sottostante alla Palazzina, ma non c’ ero ancora stato. Ora ero li, in quel luogo, che MIcheletto, grande allevatore di bestiame e produttore di derivati, ha saputo portare avanti, in momenti difficili, nell’agro sancesarese.
Sono stato accolto come si è soliti ricevere chiunque. Infatti sono arrivati dei fornitori, poi una coppia di clienti e tutti hanno avuto uguale trattamento da ospiti importanti.
Incominciamo bene! Ho pensato. Ora chiedo se mi fanno visitare le cucine e tutto il resto.

  • Prego, accomodati. Ti mostriamo quello che c’è.
  • Sento odor di pane appena sfornato –
  • Lo facciamo noi – Mi dicono con orgoglio.
    Passiamo nelle cucine. Da un forno aperto si vedevano pani di diverse forme e di impasti diversi: con olive o con altri ingredienti. Sui fornelli c’erano pentole a bollire sughi e atri preparati particolari. Questo è il laboratorio di specialità classiche, moderne e casarecce. Raffaele non è uno chef improvvisato, ma formato alla scuola di grandi Maestri. È stato anche un anno in Inghilterra. Martina, invece, ha frequentato il Gamberosso.
    Nelle vetrine enoteche di vini doc e prodotti conservati in barattoli di vetro, così a vista. Ma quello che colpisce è lo stile e la qualità , sia nell’ interno che nello spazio all’ aperto. Bancone antico in legno massello. Restaurato. Tavolini moderni sempre in legno. Opera di artigiani. Sedie e tovagliato in perfetta sintonia. Che bellezza sedersi e vedersi al centro dell’attenzione!
  • Pino, devi assaggiare un nostro antipastino. Ormai è ora di pranzo –
    È vero. Erano passate le 13. Mi fanno accomodare ad un tavolino graziosamente apparecchiato. Mi fa compagnia la signora Grazia. Io prendo un pezzo di baccalà condito con crema di ceci. Io non amo il baccalà, ma di solito assaggio di tutto. Quello l’ho mandato giù “che na bellezza” ,
    Ho promesso di ritornare di sera. Si, si può trascorrere da soli o in compagnia una bella serata. Finora so solo l’ ABC della “Palazzina”. Ci sono tante altre cose buone da gustare. La mia è stata solo una toccata e fuga. E poi Grazia, Martina e Raffaele meritano ben altro. Hanno dato un po’ di ossigeno ai produttori locali e ai servizi, messi in ginocchio dalla pandemia.
    Ancora una volta San Cesareo fa da sé. Quando i giovani ci sanno fare e vogliono, tutto diventa possibile Per fare un mondo nuovo occorrono novelli creatori.
    Pino Pompilio

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