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Decine di ragazzi delle scuole di Roma, del Lazio e dell’ Italia sono partiti da Fiumicino con destinazione New York. Tra di loro anche uno di San Cesareo. Hanno partecipato ad un progetto del MUNER NY UNITED NETWORK (Un organismo costituito da docenti e studenti a livello mondiale per la condivisione di progetti formativi). Il progetto è stato creato per la promozione di attività culturali, di interscambi, apporti e rapporti tra civiltà diverse.
Domenica 12 marzo “les departures” per l’ agognata meta. Regolare, ma emozionante il viaggio. Per quasi tutti i ragazzi era la prima volta che prendevano l’ aereo.
Lo stesso giorno l’arrivo a destinazione. Grande l’ emozione .nel salire i grattacieli, per raggiungere le stanze di ben noti alberghi, come l’ Hilton e nel vedere dall’ alto la città.
E qui inizia l’ avventura di trovarsi in un nuovo mondo “déjà vu” tante volte in film e immagini o solamente visto con la fantasia.
Ragazzi, siamo nella leggendaria America!
E qui l’ incredulità quasi di trovarsi per prima volta ad attraversare il ponte di Brooklyn, a camminare per le strade di China Town, a emozionarsi nell’ importane palazzo dell’ONU, ad ammirare la Statua della Libertà e a visitare altri luoghii della mitica New York.
I nostri studenti non erano i soli a godere di tutto ciò che offre questa metropoli cosmopolita. Altri mille occhi di ragazzi non solo europei, ma anche di altri continenti, vedevano e commentavano nella propria lingua il loro stupore. Pure la gente del luogo, cioé i newyorkesi, si inseriva come parte integrante nel quadro cosi’ vario e pulsante di vita propria. Tutti i locali pubblici ti accolgono, ti secondano e non ti fanno mancare il ritmo jezzistico che sanno dare all’ ospitalità. E ti senti, cittadino del mondo.
Abbiamo chiesto al nostro Sancesarese:”New York e, quindi, l’ America vi ha dato molto. Lo si deduce dalla soddisfazione sui vostri volti, nonostante la stanchezza del viaggio di ritorno e del “jet lag”. Siete entusiasti dell’ accoglienza, di ciò che avete visto e
delle esperienze fatte in questa settimana, lontani da casa e dall’ abituale vita di ogni giorno. Al contrario, secondo gli scopi del progetto, in cambio voi cosa avete portato e lasciato agli Americani?
Riassumiamo in breve la risposta:” Gli Americani hanno visto che noi siamo come loro, che il legame che ci unisce si basa sul reciproco rispetto e sulla constatazione che le nostre civiltà sono come gemelle e che dobbiamo collaborare tutti a renderle sempre più progredite, più forti e più diffuse”. Ad uno dei ragazzi è rimasta impressa una frase che gli ha rivolto una bella nuyorkese:”You have a very good head”. Miglior commento non poteva fare ai nostri giovani ambasciatori di pace, di fratellanza e di affinità di intenti.
  Pino  Pompilio

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