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Cosa ne è del progetto politico regionale della prima Casa della salute della Regione Lazio? Sul tappeto resta poco o nulla di quel sogno. Tranne l’avvilente ricordo di una parata politica che dall’onorevole senatore Claudio Moscardelli al sindaco di questa città, coinvolse migliaia di cittadini, convinti che la decisione presa da un comitato cittadino di imporre allo stesso Nicola Zingaretti il rispetto del suo stesso programma elettorale. Anche a Sezze.

A Sezze dove in realtà i disegni politici della sanità territoriale e distrettuale avevano ormai da decenni assunto un’altra china. Frenare questa deriva sarebbe stato obbligo morale, se non dovere politico. Vista la filiera corta di governo che allora come adesso, dovrebbero garantire il rispetto delle linee guida date proprio dal Governatore del Lazio nel 2013. Da allora di passi in avanti ne sono stati fatti pochi, certo è che l’istanza di salute pubblica non sembra aver avuto diretta concordanza con quelle scelte operative che pure la direzione del distretto, che incarna da 4 anni il duplice ruolo di direzione della gestione operativa e sanitaria delle strategie della casa della Salute di Sezze, illanguidisce nei fuochi fatui di una realtà prona agli interessi di partito e di parte.

Accesi e spenti con il calare delle luci e delle ombre delle campagne elettorali “gli interessi” della sanità setina, vanno a singhiozzo. Così “il faro guida” della prima casa della salute del Lazio altro non è che una lanterna fioca. Un barlume tetro sul quale pesa anche il crollo “annunciato” di una struttura divenuta terreno di pascolo delle stravaganze di questo o quel consigliere comunale.

Ad oggi infatti non vengono ancora spiegate le ragioni per cui le sedute dei servizi di Ecografia e Diagnostica ad ultrasuoni aperte ai degenti, quindi ai pazienti della Casa della Salute, siano, nell’arco di un’intera settimana: solo UNA. E già, accade infatti che secondo la dirigenza di questa struttura gli accordi intercorsi imporrebbero agli specialisti di queste discipline l’esecuzione di almeno due sedute a settimana. Almeno stando alle presunte trattative intercorse tra questi specialisti che usano la casa della salute, ad esempio, per l’intramoenia. Ma se questo non accade ci si chiede se, e in quale misura, questi accordi siano stati ratificati con atti commi e firme di contratto, e perché se questo fosse mai accaduto, nessuno obbliga questi importanti dirigenti medici ad attenersi alle regole contrattuali. A meno che non si tratti della solita frottola di circostanza.

C’è da dire poi che l’esecuzione di una sola seduta di ecografia o di ecodoppler a settimana, per i degenti della Casa della Salute, appare quasi ridicola, rispetto alla reale fruizione di questa struttura. Ed agli impegni che medici generici e specialisti e medici generici dovrebbero avere assunto nei confronti del loro datore di lavoro: il Servizio Sanitario Nazionale.

Oggi invece la Casa della Salute è davvero l’unica luce di speranza per tante famiglie e tanti malati che vengono trattate amorevolmente e assistite da personale infermieristico preparato e competente. Un esempio, questo sì, da seguire, come quello di tanti specialisti, vedasi il servizio di oculistica, che mai hanno fatto mancare la loro disponibilità e il loro senso del dovere, all’interno del servizio pubblico.

Purtroppo la stessa questione si pone anche per il servizio di Cardiologia. Che dovrebbe costituire la spina dorsale dei percorsi di presa in carico dei pazienti. Mentre è stato completamente azzerato il servizio di Radiologia. Ed allora posto che gli accertamenti diagnostici cui facciamo riferimento sono i più richiesti anche nella fasi prodromiche di accertamento di patologie più gravi, ci interroghiamo e interroghiamo il sindaco Andrea Campoli (che detiene la delega alla sanità) e il dirigente Luigi Ardia, per sapere chi sta vigilando in questo momento sulla esecuzione del dettato contenuto nel decreto del commissario ad acta con cui nel 2013 (DCA/428/2013) vennero istituite e finanziate le Case della salute del Lazio.

Quale motivazione soggiace alla mancanza di coerenza ed alla palpabile trascuratezza con cui si foraggiano le istanze dei privati che invece a Sezze, continuano a fare affari d’oro. Con buona pace di Zingaretti e dei conti ripianati con i tagli alla spesa sanitaria.

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